ROMA (WSI) – Volatilità alle stelle, ai massimi dal 2012, accompagnata da una crisi di liquidità e poi anche da problemi tecnici: tutti fattori che hanno colpito il mercato Euronext in una giornata insolita.
Nel giro di tre ore, i mercati obbligazionari sono caduti in balìa di forti oscillazioni e, dopo aver perso terreno durante la mattinata europea, colpiti da una vera e propria ondata di sell off – con tassi che hanno testato nuovi livelli record – tornano a salire – con i tassi che scendono dai massimi. Detto questo, nell’arco di dodici sedute, il Bund tedesco a 30 anni è sceso da $156 a $131, soffrendo una flessione -16%.
A giudicare dagli ultimi sviluppi sembra che Bill Gross avesse ragione quando consigliava di speculare al ribasso sui titoli tedeschi, definendola “la puntata short di una vita”. C’è addirittura chi specula in un intervento disperato delle banche centrali mondiali per evitare il bagno di sangue.
La pioggia di vendite dovrebbe servire da prememoria circa i rischi che comporta investire in bond con tassi così bassi. Come ricorda l’analista di Hargreaves Lansdown, Laith Khalaf, poi, “i bond governativi vengono visti come un investimento sicuro e di conseguenza sono presenti in numerosi fondi pensione e in tanti portafogli che dovrebbero essere invece a rischio limitato”.
Alle ore 13.01 sul sito di Euronext è apparso il seguente messaggio: “I clienti sono informati che, a causa di problemi tecnici con le configurazioni CCG, potrebbero essere scollegati a partire dalle 13.10 CET per un breve periodo di tempo. Tale operazione sarà condotta nel corso di un breve periodo di tempo e i clienti dovrebbero essere automaticamente riconnessi alla fine del procedimento.
Il matching e la diffusione dei mercati stanno funzionando in modo normale; dunque i clienti potranno proseguire nelle loro attività di trading appena il processo di connessione sarà completato. Le contrattazioni sui mercati cash non sono colpite e proseguono normalmente. Euronext si scusa per qualsiasi inconveniente ciò possa causare”.
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Ora, nello stesso link aggiornato, si legge un nuovo comunicato: Euronext “conferma che tutte le connessioni CCG sono state ripristinate e che tutti i mercati dei derivati stanno operando di nuovo in condizioni di normalità”.
Nell’arco di tempo in cui il problema si è verificato, tuttavia, violenti movimenti hanno interessato sia i mercati azionari che obbligazionari, con i tassi sui Bund decennali (vedi grafico), che dopo aver testato livelli massimi intraday hanno puntato con decisione verso il basso e l’indice di Francoforte che in poco tempo è schizzato verso i massimi di seduta.
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Secondo alcuni operatori, i movimenti potrebbero essere attribuiti ai temporanei disguidi tecnici di Euronext. O a un intervento di player di mercato di un certo livello.
Conseguenze anche sui mercati finanziari americani, in cui i tassi sui Treasuries hanno improvvisamente puntato verso il basso, permettendo ai futures sull’indice S&P 500 di recuperare terreno. Ma quello dei problemi tecnici all’Euronex potrebbe essere secondo altri operatori una scusa, in un contesto in cui i mercati sono schizofrenici. La volatilità nel mercato dei Bond è balzata ai massimi dal 2012.
Sta di fatto che ora i rendimenti sui Bund scendono dai massimi giornalieri allo 0,62%, mentre i tassi sui Treasuries decennali calano al 2,21% dal 2,3%.
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Un problema serio che rimane da risolvere riguarda lassenza di liquidità. I mercati finanziari sono tutti sbilanciati da una parte e in caso di vendite massicce i Bond rischiano di mettere nei guai tutte le altre asset class.
Come ha sottolineato anche Mohammed El-Erian, consulente di Allianz, società madre di Pimco, gli investitori potrebbero non essere in grado di riposizionarsi a basso costo.
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AGGIORNAMENTI IN TEMPO REALE
Ore 13.05 – Evidentemente la caccia ai rendimenti ha prevalso sul bisogno di rifugiarsi sugli asset considerati rifugio per eccellenza (il riferimento è ai Bund e ai titoli giapponesi, ma anche Usa).
Evidentemente, gli investitori di tutto il mondo si sono stancati di rendimenti zero se non negativi.
Il trend è cambiato? Sicuramente l’inversione di tendenza c’è stata, e sta interessando il comparto dei debiti sovrani europei, a dispetto del QE lanciato dalla Bce, entrato in vigore ufficialmente lo scorso 9 marzo, tanto che crescono i timori sulla esplosione di una bolla che secondo alcuni si sarebbe formata ormai da tempo. Ma i sell off sui bond – a cui corrisponde il rialzo dei rendimenti – sta colpendo tutto il mondo.
E così, alle 13 ora italiana il verdetto è il seguente: tassi sui BTP decennali sopra il 2%, per la prima volta nel 2015;
Tassi decennali spagnoli al 2%, al record dallo scorso 24 novembre.
Vittima illustre è sicuramente il Bund, con i tassi decennali tedeschi che balzano +17 punti base allo 0,799%. I sell off sui titoli sono stati pari a -450 tick dall’inizio di questa settimana (-700 nelle ultime due settimane). E’ stata la flessione più forte dalla riunificazione della Germania.
Tassi sui Treasuries decennali al 2,31%, record dallo scorso 8 dicembre.
Tassi sui bond decennali UK al 2,06%, record dallo scorso 24 novembre.
Iassi sui bond indiani con scadenza nel 2024 al 7,98%.
Mercati dei bond estremamente attivi in Giappone, e il diktat, anche qui, porta il nome di “sell off”. I rendimenti sui titoli di stato giapponesi continuano a salire, e in pochi giorni sono balzati da 28 punti base a 43 punti base. Si tratta di un incremento record, al tasso più alto dal maggio del 2013, che ha portato i tassi al massimo in due mesi. Allo 0,43%, i rendimenti decennali viaggiano infatti al record da marzo.
Gli smobilizzi che hanno colpito dall’inizio della scorsa settimana i mercati azionario e obbligazionario di tutto il mondo hanno raggiunto il valore di $2 trilioni circa ($2.000 miliardi). A incidere negativamente, le speculazioni su un rialzo dei tassi Usa più imminente e le preoccupazioni sulla formazione di una immensa bolla sulla borsa di Shanghai.
E tra l’altro proprio ieri Janet Yellen, numero uno della Fed, ha affermato di intravedere un pericolo potenziale nelle ricche valutazioni di debiti e azioni.
Balzo anche per i tassi decennali australiani, saliti al 3%, dopo essere cresciuti per otto sessioni, la fase rialzista maggiore dal febbraio del 2011.
Tassi sui bond decennali neozelandesi in crescita per la 14esima sessione consecutiva.
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