Corre il prezzo del petrolio, in vista di una nuova tornata di sanzioni verso l’industria petrolifera venezuelana da parte degli Stati Uniti, dopo nuovi scontri e repressione nel giorno delle elezioni per l’Assemblea Costituente, un evento critico, in quanto giudicato dall’opposizione come segno della svolta autoritaria dell’esecutivo.
Le sanzioni – secondo quanto anticipato il Wall Street Journal, che esclude per ora un embargo per le importazione – si sommano a quelle già prese dall’esecutivo americano questa settimana nei confronti di tredici funzionari ed ex-funzionari venezuelani per abusi dei diritti umani, corruzione e azioni che minano la democrazia.
In mattinata, il Brent sale a 52,85 dollari al barile ai massimi da maggio, mentre il Wti supera quota $50 dollari al barile.
Tutto questo mentre il bilancio della repressione in Venezuela, quanto riferiscono diversi media e osservatori internazionali, nel giorno del voto per la contestata Assemblea costituente voluta da Maduro è di almeno 13 morti, portando a oltre 120 le vittime da aprile.
I dati ufficiali parlano di un’affluenza del 41,5%, mentre l’opposizione di una astensione dell’87%. Aumentano intanto i Paesi americani che non riconosceranno l’esito dello scrutinio: Messico, Colombia, Perù e Argentina; il Cile parla di voto “illegittimo”; gli Usa condannano le violenze e sventolano la minaccia delle sanzioni.
La Commissione nazionale Elettorale del Venezuela ha annunciato che hanno partecipato al voto per elezione della Assemblea nazionale Costituente, oltre 8 milioni di persone. Ma l’opposizione, che non ha partecipato al voto, sostiene che i dati contraffatti e ha sostenuto che solo il 12% del elettorato, poco più di 2 milioni di persone, si sono recati alle urne.
Intanto il presidente del Venezuela Nicolas Maduro, che ha fortemente voluto l’Assemblea Costituente che dovrà cambiare la Costituzione, esulta e parla di “voto più importante mai tenuto nei 18 anni di storia della rivoluzione”.
Immediata la reazione del governo degli Stati Uniti che ha condannato l’elezione dell’Assemblea Nazionale Costituente in Venezuela e avvertito che prenderà misure ferme contro i suoi membri e il resto degli “architetti dell’autoritarismo” nel Venezuela.
“Continueremo a prendere azioni ferme e rapide contro gli architetti dell’autoritarismo in Venezuela, incluso quelli che partecipano all’Assemblea Nazionale Costituente” come risultato “della elezione odierna” ha detto in un comunicato a tarda notte la portavoce del Dipartimento di Stato, Heather Nauert.