L’Italia è di fronte a una crescente crisi del lavoro che sta mettendo in evidenza una sfida imprevista: la mancanza di camerieri e operai. Questo problema, che si è intensificato negli ultimi anni, richiede una riflessione approfondita e una discussione sulle sue cause, implicazioni e possibili soluzioni. Secondo il Bollettino del Sistema informativo Excelsior, realizzato da Unioncamere in collaborazione con Anpal, i dati più recenti rivelano una situazione allarmante.
La sfida dell’occupazione in Italia nel 2023
Nel mese di settembre del 2023, le imprese italiane sono alla ricerca di ben 531.000 lavoratori con contratti a tempo determinato superiori a un mese o a tempo indeterminato, un aumento del 1,3% rispetto all’anno precedente. Questo problema si estende anche per l’intero trimestre settembre-novembre 2023, con oltre 1,4 milioni di assunzioni previste, un aumento dell’1,9% rispetto al periodo analogo del 2022.
È evidente che il mercato del lavoro italiano sta attraversando una fase critica, ma la vera sfida sta nel fatto che il 48% delle assunzioni programmate sta affrontando difficoltà di reperimento in una vasta gamma di settori, con quote particolarmente elevate – tra il 60% e il 70% – per figure tecniche, ingegneri e operai specializzati. Questo solleva domande cruciali sulla preparazione della forza lavoro italiana e sulle scelte di carriera dei giovani. Come è possibile che ci siano così tante posizioni aperte quando ci sono tanti disoccupati o sottoccupati in Italia? Questa è una delle questioni più problematiche che dobbiamo affrontare.
Un aspetto interessante è che sia le grandi imprese (con oltre 250 dipendenti) che le piccole imprese (10-49 dipendenti) stanno contribuendo all’aumento delle assunzioni programmate, rispettivamente con +4,4mila e +4,3mila nel mese di settembre e +11mila e +12mila nel trimestre. Tuttavia, le imprese di minori dimensioni (1-9 dipendenti) prevedono un calo delle assunzioni per settembre, il che potrebbe essere sintomo di una sfiducia nell’andamento economico del paese.
Prospettive di assunzioni in Italia a settembre 2023
Il settore manifatturiero, fondamentale per l’economia italiana, sta pianificando quasi 99.000 nuove assunzioni a settembre 2023. Tuttavia, il dato complessivo per il trimestre mostra una leggera diminuzione dello 0,2%. È importante notare che alcune industrie manifatturiere, come la meccatronica e la metallurgia, sono più avanti rispetto ad altre nella pianificazione delle assunzioni. Le industrie alimentari e della moda sono anche interessate, ma in misura minore.
Nel settore delle costruzioni, che ha un ruolo significativo nell’edilizia e nell’infrastruttura del paese, si prevedono 60.500 nuove assunzioni a settembre e 196.000 nel periodo settembre-novembre. Questo potrebbe essere un segno positivo per il settore, ma al contempo indica che anche qui si stanno affrontando sfide nell’attrarre manodopera qualificata.
Per quanto riguarda le imprese dei servizi, si prevedono 371.000 contratti di lavoro per settembre, un aumento del 1,0% rispetto all’anno precedente. Le previsioni sono particolarmente positive per i servizi alle persone, come l’istruzione e i servizi formativi privati, e per il settore dei trasporti e della logistica. Tuttavia, il settore commerciale e turistico sta registrando diminuzioni significative nelle previsioni di assunzione.
La mancanza di personale qualificati
La mancanza di candidati qualificati è una delle principali cause delle difficoltà di reperimento dichiarate dalle imprese, rappresentando il 31,7% dei casi. Il 12% delle difficoltà è attribuito a una preparazione inadeguata. Questo solleva domande sul sistema educativo e sulla formazione professionale in Italia e sulla necessità di allineare queste aree con le esigenze del mercato del lavoro.
Le cifre mostrano anche un aumento del ricorso alla manodopera straniera, che rappresenta ora il 20,4% delle nuove assunzioni. Questo solleva interrogativi sulla capacità dell’Italia di sfruttare appieno il proprio potenziale di forza lavoro nazionale e sulla necessità di sviluppare politiche di immigrazione e integrazione più efficaci.
Da un punto di vista geografico, le regioni del Nord Est sembrano essere le più colpite dalla difficoltà di reperimento, con il 53,4% del personale ricercato che è difficile da trovare. Tuttavia, anche in altre parti d’Italia, come il Sud e le Isole, la situazione è preoccupante.