Economia

Caro energia, la ricetta di Lane (Bce): “Tassare ricchi e aziende”

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Dai tassi alle tasse è un attimo. Lo sa bene Philip Lane, capo economista della Banca centrale europea, che per arginare gli effetti negativi che la crisi energetica, che sta mandando in fumo la liquidità delle famiglie della zona euro, suggerisce di aumentare le tasse sui più ricchi e sulle imprese con profitti più alti.

“Lo shock energetico che stiamo vivendo è enorme e sono le persone più povere della nostra società d essere le più colpite. Dal punto di vista dell‘equità, ma anche da una prospettiva macroeconomica, i governi dovrebbero sostenere i redditi e i consumi delle famiglie e delle imprese che soffrono di più” ha affermato Lane in un’intervista con il quotidiano tedesco “Der Standard” aggiungendo che “la grande domanda è se una parte di questo sostegno debba essere finanziata da aumenti delle tasse per coloro che stanno meglio. Ciò potrebbe assumere la forma di tasse più elevate sui redditi più alti o su industrie e imprese altamente redditizie nonostante lo shock energetico. Se si sostengono i bisognosi aumentando le tasse, questo ha un effetto minore sull’inflazione, che aumentando i disavanzi”.

Lane spiega che gli stipendi dovranno essere in parte adeguati all’inflazione ma che in questa fase sarebbe errato pensare di poter recuperare interamente il potere d’acquisto perso dalle buste paga, poiché questo comporterebbe un costo eccessivo per le imprese e quindi l’innescarsi della temuta rincorsa tra prezzi e salari.

L’economista si dice tuttavia d’accordo con l’accusa rivolta dai sindacati alle aziende secondo cui starebbero alzando i prezzi, approfittando dello scenario inflazionistico che rende più giustificabili i rincari. Sempre sul tema delle imprese, Lane afferma: “Non dovrebbero aspettarsi lo stesso livello di redditività di quando l’inflazione era bassa. Mantenere un equilibrio a livello collettivo è importante. Per tornare a un’inflazione più bassa, dobbiamo renderci conto che la redditività delle imprese diminuirà per un po’ e che nemmeno i salari potranno tenere il passo con l’inflazione” .

Le dichiarazioni di Lane sono in linea con il piano dell’Unione europea, che punta a raccogliere 140 miliardi di euro da un prelievo sugli extraprofitti nel settore energetico, da utilizzare per attutire il colpo dei prezzi elevati. Il piano sarà discusso al Consiglio europeo domani.

Lane: “inevitabili disavanzi più alti”

Riguardo al tema dei deficit, Lane ammette che nel breve termine non sarà possibile evitare disavanzi un po’ più alti, “ma ci deve essere un chiaro limite di tempo”. E precisa:

“Questo è importante per la politica monetaria. Quest’anno è un caso speciale perché la spesa per la pandemia si sta normalizzando. L’economia ha riaperto e molti sussidi legati alla pandemia sono scaduti. Pertanto, quest’anno non stiamo assistendo a nuovi importanti disavanzi. E’ più un problema per il prossimo anno, assicurarsi che il deficit continui a migliorare piuttosto che rimanere bloccato al livello attuale. Questo non significa andare verso l’austerità, ma semplicemente allontanarsi dalla politica espansiva”.

Inflazione: “Verso un drastico calo nel 2023”

A una domanda sull’andamento dei prezzi al consumo, il capo economista della Bce ha affermato che Francoforte prevede che l’inflazione diminuirà significativamente nel 2023, con ulteriori diminuzioni nel 2024:

 “Innanzitutto, riteniamo che, entro la metà del prossimo anno, i prezzi dell’energia si saranno ampiamente stabilizzati, anche se non prevediamo necessariamente un calo più ampio. In secondo luogo, questi sviluppi sono stati causati in parte da colli di bottiglia indotti dalla pandemia, [..] con la situazione che si è ora leggermente attenuata. Allo stesso modo, ora stanno diminuendo anche i costi di trasporto in rapido aumento nella spedizione. Un terzo fattore è che l’energia rappresenta una quota importante dei costi di produzione degli alimenti. […] Se i prezzi dell’energia ora si stabilizzano, ciò ridurrà anche l’aumento dei prezzi dei prodotti alimentari”.