Quella che doveva essere un’offerta di stage originale, si è rivelata un boomerang per l’immagine del brand Carpisa, tanto che la società di abbigliamento ha dovuto chiedere le sue scuse per “la superficialità con cui è stato affrontato un tema così delicato come quello del lavoro”. Il gruppo ha lanciato una sorta di lotteria dedicata ai ragazzi più giovani, tra i 20 e i 30 anni, in cerca di un impiego o di un’esperienza lavorativa. Ma per ottenere la chance di svolgere il tirocinio di un mese bisogna comprare una borsa ed elaborare gratis un piano di comunicazione per l’azienda di pelletteria.
Per molti utenti dei social media l’iniziativa è da condannare, perché ritengono sia stato solo un modo per farsi pubblicità e aumentare i ricavi. Per poter avere la chance di svolgere un mese di tirocinio pagato presso Carpisa, oltre al solito curriculum, l’azienda di pelletteria e accessori di moda con 600 punti vendita nel mondo (400 in Italia) e 500 dipendenti, chiede di acquistare una borsa donna Carpisa della collezione autunno-inverno 2017/2018 e presentare come prova della propria idoneità un piano di comunicazione efficace.
Per partecipare, oltre al “codice gioco” ottenuto con l’acquisto della borsa, serve infatti l’elaborazione del piano di comunicazione richiesto” che dovrà fare riferimento a una collezione primavera/estate 2018 firmata da Penelope e Monica Cruz. La collezione, in particolare, è “composta da modelli capienti e versatili, dalla costruzione sia morbida che rigida, proposti in una varietà di materiali come il simil struzzo, la vernice, il saffiano e il materiale granato anche nella versione sfoderata. I colori predominati della collezione sono: nero, deserto, lapis, rosso e blue il tutto delineato dalle galvaniche degli accessori metallici in oro satinato”.
Ma non è finita qui: perché il progetto sia esauriente, si legge nella nota informativa, dovrà rispondere a una serie di requisiti: “1 – Definizione dei punti di forza e il messaggio dei prodotti; 2 – Analisi del posizionamento del brand; 3 – Evidenza degli obiettivi del lancio; 4 – Definizione del target di riferimento; 5 – Definizione del budget; 6 – Dettaglio delle tattiche ed elenco delle azioni di comunicazione”. A quel punto è richiesto l’invio di tutto il materiale, corredato di dati personali e curriculum.
Alla fine, il vincitore verrà premiato con “uno stage della durata di 1 mese presso l’ufficio marketing & advertising della società promotrice”. Non si tratta di un gioco da ragazzi, come potrebbe far credere il titolo del bando, in scadenza il 6 settembre. Per ottenere uno stage di un mese a 500 euro più alloggio in foresteria e pranzo in mensa aziendale presso l’ufficio comunicazione dell’azienda a Nola, in provincia di Napoli, i partecipanti devono inoltre rinunciare a tutti i diritti sul proprio progetto, sul cui eventuale utilizzo in futuro “non potranno avanzare richieste economiche“.
“Chissà chi me l’ha fatto fare di iscrivermi all’università, quando potevo comprare una borsa”, è il commento ironico di Elisabetta su Twitter, dove l’hashtag #Carpisa ha avuto un gran seguito per l’intera giornata di ieri. Si sprecano le battute e l’indignazione generale è forte. Per un’altra utente di Twitter è “Il risultato di un anni di politica attenta sul lavoro”. Chiara ha un messaggio per chi invece è cascato nel tranello: “Purtroppo finché ci sarà qualcuno disposto ad accettare condizioni simili, la “fantasia” delle aziende non avrà limite”.
Pamela prende in giro chi ha ideato l’iniziativa della borsa in cambio del tirocinio: “Fossi in voi non sprecherei un piano di comunicazione per diventare stagista da #Carpisa. Tanto a breve si libera un posto da resp marketing”. Un altro utente ci va giù ancora più duro: “Ricapitolando: – #Carpisa ti offre uno stage (sotto)pagato – che alla fine però paghi tu perché, per partecipare, devi comprare una borsa”.
Contro l’azienda si è scagliato anche il segretario nazionale della Filcams Cgil, Fabrizio Russo, che ha denunciato “un concorso svilente e irrispettoso per i tanti giovani che studiano e si impegnano”. Carpisa ha provato a rimediare, precisando che “già oggi i collaboratori con meno di 29 anni rappresentano oltre il 40 per cento del totale dell’azienda”. Il concorso non è stato però annullato e continua a essere valido. L’impressione è che anche le polemiche non siano finite.