ROMA (WSI) – Supermercati all’arrembaggio per cercare di risollevare i consumi. Qualche mese fa destò interesse il debutto del gruppo francese Carrefour nel settore del credito al consumo. Dopo aver fatto la spesa, i clienti potevano (e possono ancora oggi) recarsi presso appositi uffici nei centri commerciali e richiedere dei prestiti, a tassi più vantaggiosi rispetto a quelli offerti in banca.
Adesso la GDO d’Oltralpe ci riprova con un’iniziativa che potrebbe dare ossigeno al conto corrente degli italiani. Le famiglie numerose e gli over 65 non pagheranno l’Iva sui prodotti di prima necessità (carne, pesce, ortofrutta, gli articoli del reparto salumeria e il pane fresco), fissata per legge al 4 e al 10%. Lo sconto interesserà, secondo le stime di Carrefour, circa 900 mila clienti su un bacino totale di 3,5 milioni.
Non è la prima “mano tesa” alle famiglie che arriva dal mondo della grande distribuzione. Esselunga, ad esempio, aveva inaugurato la scorsa estate l’applicazione di un bonus di 8 euro ogni 50 euro di spesa, ottenibile adesso con un conto minimo alla cassa di 40 euro. Verosimilmente, le altre catene seguiranno gli apripista con formule analoghe, per cercare di arginare la perdita di clienti e agevolare la ripresa dei consumi.
L’offerta di Carrefour durerà dal 18 gennaio al 31 marzo e sarà attiva in tutti i 1204 punti vendita (compresi i centri Iper, Market ed Express). Per i clienti basterà presentare un certificato o un’autocertificazione che attesti l’appartenenza alle categorie “famiglie numerose” e “over 65”.
Secondo quanto dichiarato dall’ad di Carrefour Italia, Giuseppe Brambilla di Civesio, l’operazione costerà al gruppo circa 12 milioni di euro. Gli effetti immediati sul budget familiare per la spesa ammontano a un risparmio di 150-200 euro l’anno per gli anziani e di 350-500 euro per i nuclei numerosi, grazie anche alla possibilità di cumulare questo bonus con tutte le altre promozioni in corso.
Il ritorno dovrebbe essere positivo anche per le aziende dell’agroalimentare italiane. Lo sconto sull’Iva si applica infatti, principalmente, sui prodotti del “fresco” e non su quelli confezionati. Carne, formaggi, pesce, pane, frutta e verdura presenti nei banconi sono per l’80% di provenienza nazionale o, meglio ancora, regionale.
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