In vista del Black Friday e del periodo di shopping natalizio, per i consumatori si moltiplicheranno gli acquisti (sia online che in negozio) e anche le operazioni di prelievo di contante. Diventa, quindi, importante individuare con precisione le carte di pagamento più in linea con le proprie esigenze.
Il nuovo studio dell’Osservatorio SOStariffe.it ha “fotografato” la situazione del mercato attuale evidenziandone pregi e difetti delle varie tipologie di carta di pagamento a disposizione dei consumatori.
Quale carte di pagamento scegliere?
L’indagine dell’Osservatorio SOStariffe.it conferma che tra le varie tipologie di carta di pagamento esistono differenze sostanziali. Per il prelievo, ad esempio, le carte conto con IBAN sono, senza dubbio la soluzione migliore in termini di costi (nonostante il netto aumento rispetto al 2019) anche se il limite giornaliero è il più basso registrato.
Prelevare contanti con carta di credito, invece, è decisamente poco conveniente per via della presenza di commissioni percentuali. Le prepagate, invece, sono la soluzione più economica per chi è in cerca di una carta per effettuare pagamenti (online e al POS), con poche operazioni di prelievo e con un plafond non troppo elevato.
Le carte di credito sono la soluzione giusta per gli utenti più esigenti al netto dei costi più elevati (sia di mantenimento che per il prelievo). Questo perché offrono un plafond mediamente molto elevato e personalizzabile dal cliente (a fronte di un incremento dei costi fissi generalmente). In molti casi, inoltre, è possibile richiedere una carta di credito a saldo con l’opzione di attivare, in qualsiasi momento, un piano rateale per ammortizzare le spese nel tempo. Diversi istituti, infine, mettono a disposizione dei titolari delle carte di credito dei servizi accessori che possono rappresentare un plus di sicuro interesse.
Vediamo nel dettaglio la ricerca.
Costi fissi: le prepagate sono le più economiche, le carte di credito le più costose
Il primo passo dell’indagine prende in considerazione i costi per l’ottenimento e il mantenimento di una carta di pagamento (il costo di emissione una tantum ed il canone periodico richiesto dall’istituto bancario a cui ci si rivolge). Le carte conto con IBAN presentano un canone mensile medio di 4,37 euro, in calo del 16% rispetto ai dati della precedente rilevazione, con un costo di emissione di 1,07 euro.
Per le prepagate, invece, i dati si ribaltano. Il costo d’emissione una tantum è di 5,84 euro (+5%) mentre il canone mensile medio è di appena 0,45 euro, in calo del 26% rispetto ai dati del 2019.
Per quanto riguarda le carte di credito a rate a saldo è previsto un contributo di attivazione di 1,54 euro (-40%) ed un canone mensile di 6,67 euro. Le carte di credito a rate, infine, presentano un contributo d’emissione di 3,07 euro (-7%) ed un canone mensile di 4,19 euro (+4%).
Prelievi e pagamenti: con le carte conto il prelievo costa poco
Per una valutazione più completa dei costi delle carte di pagamento, lo studio ha preso in considerazione anche i costi di utilizzo evidenziando le commissioni medie applicate dagli istituti bancari. Si parte dal prelievo all’ATM.
Le carte conto con IBAN sono le soluzioni più economiche per prelevare contanti con una commissione media di 0,27 euro, in caso di prelievo all’ATM della propria banca, o di 0,67 euro, nel caso in cui l’operazione viene effettuata presso un’altra banca in area euro.
Lo studio sottolinea anche la forte crescita delle commissioni del prelievo presso altri istituti. Rispetto alla rilevazione del 2019, infatti, la commissione applicata al prelievo cresce del +235%. Soprattutto prelevare con una carta prepagata costa molto di più. In questo caso, infatti, la commissione media è di 0,68 euro (+58%) se l’operazione viene eseguita presso la propria banca. In caso di prelievo all’ATM di un’altra banca, in area euro, è prevista una commissione media di 1,81 euro (-4%).
Anche prelevare con carta di credito è più costoso. In questo caso, infatti, l’operazione (chiamata generalmente “anticipo contanti”) è soggetta ad una commissione percentuale (solitamente con un importo minimo). La commissione percentuale varia da 3,28% al 3,34% per le carte di credito a rate e dal 3,37% al 3,55% per le carte di credito a saldo. Le variazioni rispetto all’indagine del 2019, in questo caso, sono minime.
Per il prelievo in valuta diversa dall’euro c’è da considerare il tasso di cambio applicato all’operazione. Anche in questo caso, le carte conto con IBAN si confermano le soluzioni più convenienti con una commissione dello 0,72%. Utilizzare una carta di pagamento al POS, invece, continua ad essere la scelta giusta a prescindere dalla tipologia di carta. Gli istituti bancari, infatti, non applicano commissioni per i pagamenti al POS quando effettuati in area euro.
I limiti di utilizzo: prelievo giornaliero e plafond
Lo studio ha preso in esame anche altri parametri per fornire una valutazione ancora più completa in merito alle caratteristiche delle varie tipologie di carte di pagamento.
Tra questi troviamo il massimale di prelievo giornaliero, un elemento da valutare quando si preferisce avere a disposizione tanti contanti. Il dato più alto viene registrato per le carte di credito a saldo con un massimale medio di 607 euro mentre quello più basso tocca alle carte conto con IBAN con 445 euro. I dati rilevati sono sostanzialmente in linea con il 2019.
Il plafond è un altro parametro importante da considerare. Si tratta del limite di utilizzo effettivo delle carte. Le carte di credito hanno un plafond mensile concordato dal cliente con l’istituto.
In media, le carte a saldo hanno un plafond di 23 mila euro (-11%) mentre le carte di credito a rate registrano un dato medio di 2,639 euro (-74%).
Per le carte conto con IBAN, invece, il plafond, che coincide anche con saldo massimo della carta, è di circa 19 mila, in calo del -19% rispetto alla precedente rilevazione. Le prepagate possono contare su di un plafond di 5.875 euro (-48%).