Cartelle esattoriali: verso rateizzazione per le partite IVA in difficoltà
Il tempo stringe per i debitori con il fisco. Dopo l’ultima proroga, che fissa al 31 maggio, l’ultimo giorno di proroga per il pagamento delle cartelle esattoriali, le 35 milioni di cartelle esattoriali fermate dal MEF verranno consegnate ai destinatari. Dal mese di giugno, insomma, riprenderà la riscossione ma con un’attenzione per chi è in difficoltà. Alla luce del contesto economico attuale, il governo starebbe infatti pensando di procedere verso una ripresa dell’attività della riscossione molto graduale.
Secondo le ipotesi in circolazione, le partite Iva, iscritte nell’elenco delle attività che hanno beneficiato dei contributi a fondo perduto, in quanto colpite dagli effetti della pandemia, potranno richiedere una rateizzazione degli importi dovuti fino a 10 anni.
L’obiettivo è quello di garantire alle attività economiche, già in difficoltà, un ulteriore carico da sopportare. Per questo motivo, è possibile che l’invio delle cartelle riprenda con gradualità, scaglionando nell’arco dei prossimi sei mesi la trasmissione delle cartelle arretrate.
Cartelle esattoriali: a chi è rivolta la misura
Se l’ipotesi in circolazione dovesse seguire la linea dei contributi a fondo perduto, i requisiti delle partite IVA che potrebbero avere accesso alla rateizzazione delle cartelle per un periodo da 6 a 10 anni, sono quelle con fatturato non superiore a 10 milioni di euro, che abbiano subito un calo del fatturato del 30% tra il 2020 e il 2019 e che, infine, abbiano iniziano la propria attività dal 2019. Non è tuttavia escluso che la rateizzazione possa essere garantita solo per chi ha redditi non superiori a 100.000 euro all’anno.
A questo punto non resta che attendere l’approvazione del decreto Sostegni bis, in calendario entro la fine della settimana, per avere maggiore dettagli. Quelle che appaiono certe sono le misure sugli aiuti, dai 2400 euro per i lavoratori stagionali del turismo e dello spettacolo ai contributi a fondo perduto per le imprese che abbiano perso l’anno scorso almeno il 30% del fatturato a causa della pandemia. Mentre restaancora aperto il confronto sulle modalità di erogazione dei contributi a fondo perduto.