L’Europarlamento ha dato il via libera alla direttiva case green, volta a favorire l’efficienza energetica degli edifici in Europa, che comporta che entro il 2030 tutti gli immobili residenziali dovranno raggiungere almeno la classe energetica E, e poi D entro il 2033, con l’obiettivo di raggiungere le emissioni zero.
I costi per gli adeguamenti alla direttiva case green
La mazzata è per i proprietari di casa che dovranno adeguarsi alla direttiva e migliorare il proprio immobile in base ai nuovi standard europei.
Ma di quali costi parliamo? A tracciarne una prima stima è la Silvi Costruzioni Edili, secondo cui bisognerà sostituire gli infissi e le caldaie, fare il cappotto termico e installare pannelli fotovoltaici.
“In un edificio-tipo di 4 piani fuori terra a circa 400 metri sul livello del mare costruito negli Anni Ottanta, con appartamenti della superficie media di 100 metri quadrati, includendo l’intervento sull’involucro esterno, pareti, copertura e solaio, il passaggio dalla classe G alla classe D comporta un costo medio che oggi si può stimare in circa 60 mila euro ad appartamento.
Se invece di un appartamento si trattasse di una casa singola, a parità di superficie i costi raddoppiano ed addirittura triplicano se si debba adeguare alla direttiva europea un villino di circa 200 metri quadrati in classe G, per il quale si arriverebbe a spendere anche 180 mila euro.
Tornando invece agli appartamenti, se poi si volesse anche aggiungere anche una riqualificazione sismica, la spesa stimabile per gli interventi —rafforzamenti locali, antiribaltamento dei paramenti esterni e ripristino di parti ammalorate—, in zona sismica 1 e 2, la spesa è oggi stimabile in circa 50 mila euro per ogni singolo appartamento“.
Edifici di nuova costruzione: emissioni zero dal 2028
Silvi Costruzioni Edili ricorda inoltre che tutti gli edifici di nuova costruzione, inoltre, dovranno essere a emissioni zero già a partire dal 2028, scadenza anticipata al 2026 per tutti i nuovi edifici occupati, gestiti o di proprietà delle pubbliche amministrazioni.
E tutti i nuovi edifici per i quali sarà tecnicamente ed economicamente possibile dovranno dotarsi di tecnologie solari entro il 2028, mentre per gli edifici residenziali sottoposti a ristrutturazioni importanti la data limite è il 2032.
“I costi per gli italiani, insomma, sono davvero ingenti ed il 2030 è troppo vicino. Ci auguriamo tutti che l’Unione Europea possa concedere più tempo prima di arrivare agli obiettivi previsti e che possano essere introdotti nuove forme di bonus edilizi che possano aiutare gli italiani a realizzare queste opere“, conclude Silvia Silvi, general manager della Silvi Costruzioni Edili.
Il rischio di maxi stangata dalla direttiva case green
La direttiva Ue sulle “case green” rischia di trasformarsi in una maxi-stangata a carico dei cittadini italiani, con la spesa per le ristrutturazioni degli edifici privati che potrebbe raggiungere quota 108 miliardi di euro.
Lo afferma il Codacons, che ha simulato le spese cui dovranno andare incontro i proprietari di abitazioni:
“Gli interventi di riqualificazione energetica previsti dall’Ue riguarderanno il cappotto termico, la sostituzione degli infissi, le nuove caldaie a condensazione e i pannelli solari. Lavori che hanno costi molto diversificati a seconda della tipologia dei materiali scelti e dell’ubicazione territoriale degli edifici. Il cappotto termico, ad esempio, ha un costo medio compreso tra i 180 e i 400 euro al metro quadrato, mentre per gli infissi la spesa varia in media da 10 a 15 mila euro.
Per una nuova caldaia a condensazione, considerata una abitazione da 100 mq, la spesa va dai 3mila agli 8mila euro, il doppio se la caldaia è ibrida e con pompa di calore. Per un impianto fotovoltaico da 3 kW la spesa da sostenere è di circa 7.500-10.500 euro, a seconda del tipo di pannelli fotovoltaici utilizzati.
Gli interventi di riqualificazione energetica previsti dall’Ue determinerebbero quindi un costo medio tra i 35 mila e i 60 mila euro ad abitazione, con una spesa per la collettività, considerando 1,8 milioni di edifici interessati dalla misura, tra i 63 e i 108 miliardi di euro. Ciò senza contare le possibili speculazioni legate alla corsa alla ristrutturazioni, come già avvenuto per il Superbonus, con rincari dei listini per prezzi e tariffe di materiali, componentistica, installazioni, ditte specializzate ecc. che farebbero lievitare ulteriormente il conto per le famiglie.
Ma la direttiva Ue rischia di determinare anche un terremoto nel mercato immobiliare, portando ad una svalutazione fino al 40% del valore degli immobili non oggetto di lavori di riqualificazione“.