Via libera dell’Ecofin alla Direttiva Case Green, l’Emission Performance of Buildings Directive (EPBD). I ministri europei al Consiglio Ue Ecofin hanno confermato questa mattina l’accordo raggiunto con l’Eurocamera a dicembre sulle nuove norme per rendere il parco immobiliare dell’Ue a emissioni zero entro il 2050.
Italia e Ungheria hanno votato contro l’intesa, mentre Repubblica Ceca, Croazia, Polonia, Slovacchia e Svezia si sono astenute.
Direttiva case green: cosa prevede
La Direttiva stabilisce che per gli edifici non residenziali si prevedono standard minimi di prestazione.
Secondo le nuove regole, gli Stati membri devono ridurre il consumo di energia degli edifici residenziali del 16% entro il 2030 e del 20-22% entro il 2035.
Il 55% di questa riduzione dovrà essere ottenuta tramite la ristrutturazione del 43% degli immobili con le prestazioni peggiori. Inoltre, tutti i nuovi edifici residenziali dovranno essere a emissioni zero dal 2030.
I singoli Paesi definiranno nei piani nazionali come intendono raggiungere questo obiettivo e inoltre possono scegliere di esentare edifici specifici dalle norme, come edifici storici, luoghi di culto o edifici di proprietà delle forze armate.
Direttiva case green: cosa succederà in Italia
Secondo gli ultimi dati, sono circa 35 milioni le unità immobiliari italiane di cui il 70% ha più di 40 anni e l’80% è pre-1990. A quest’ultima fetta in particolare è attribuita la responsabilità del 45% dei consumi energetici nazionali (quasi il 30% va ricondotto al settore abitativo, composto per il 79% da consumi termici e per il 21% da consumi elettrici) e di buona parte delle emissioni di CO2.
A grandi linee, secondo una stima di Fillea-Cgil, riportata dal CorSera, “le ristrutturazioni dovranno coinvolgere il 15% degli immobili in classe F e G entro il 2030 e il 26% degli edifici di classe energetica più bassa entro il 2033”.
In pratica nel giro di pochi anni occorrerà riqualificare oltre 500 mila edifici pubblici e circa 5 milioni di edifici privati con le prestazioni più scadenti.
Quanto spenderanno le famiglie per ristrutturare casa
Una cifra precisa non si può dare ma ci sono le prime stime. In primis dalla Commissione europea: entro il 2030 saranno necessari 275 miliardi di euro di investimenti annui per la svolta energetica del parco immobiliare, vale a dire 152 miliardi di euro di investimenti all’anno in più rispetto alle risorse attuali.
In soldoni la spesa potrebbe oscillare tra un minimo di 20-30 mila euro a famiglia fino a un massimo di 50-60 mila euro per adeguarsi alla nuova normativa.
Quanto risparmieranno in termini di consumi energetici
Ma, sottolinea ECCO, il think tank italiano per il clima, “l’approvazione della direttiva Case Green è una notizia positiva per i settori dell’edilizia italiana, dell’efficienza energetica e del loro indotto, poiché garantisce la prevedibilità degli obiettivi di riduzione dei consumi energetici e di conseguenza consente una visione a lungo termine sulle opportunità di investimento e di sviluppo del settore.”
Secondo Francesca Andreolli, Ricercatrice senior del Programma efficienza e energia del think tank, a beneficiare di questa direttiva saranno i cittadini.
L’efficienza energetica infatti può ridurre i costi energetici delle famiglie e contribuire a preservare il valore delle abitazioni.Salire almeno di 2 classi energetiche consente un risparmio del 40% sulla bolletta, pari a un risparmio medio annuo di 1.067 euro ai costi del 2022. Una casa ristrutturata, inoltre, vale mediamente il 44,3% in più di una da ristrutturare.
Davide Panzeri, responsabile del programma Europa di ECCO, il think tank italiano per il clima:
“Grazie alla maggiore flessibilità introdotta dalla versione finale della Direttiva, l’Italia avrà autonomia decisionale per definire le strategie di riduzione dei consumi del complesso e differenziato patrimonio edilizio nazionale. Questo per poter raggiungere gli obiettivi di efficientamento, tenendo in considerazione la complessità e diversità del patrimonio edilizio, nonché del benessere abitativo dei suoi residenti.”