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Cashback: via quello statale arriva il privato, dalle banche alle autostrade

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Cashback cancellato. L’iniziativa introdotta dal precedente governo per incrementare l’uso dei pagamenti digitali inizialmente sospesa, ora sarà definitivamente archiviata come deciso dal Cdm, guidato da Mario Draghi.

Il meccanismo del Cashback era stato ideato dal governo giallo-rosso M5S-Pd per incentivare l’uso di bancomat e carta di credito, prevedendo la restituzione sul conto corrente fino a 150 euro ogni sei mesi per chi, nello stesso periodo, avesse effettuato almeno 50 pagamenti elettronici. Ad oggi sono 7,86 milioni i cittadini con transazioni valide per un totale di 726 milioni di transazioni elaborate e sono 5,9 milioni le persone che hanno già raggiunto i requisiti per il rimborso statale.

Eppure nonostante la decisione, come evidenzia un’analisi di Facile.it, l’iniziativa sembrava piacere ai consumatori e ha contribuito concretamente a far avvicinare gli italiani alla moneta elettronica tanto che, esaminando un campione di 50.000 richieste, il comparatore ha rilevato, nel primo semestre del 2021, un aumento del 39% nel numero di ricerche di carte prepagate, con una crescita importante soprattutto nella fascia di consumatori fino ai 34 anni.
Molti hanno criticato l’efficacia del cashback nella lotta all’evasione fiscale, una delle ragioni che spinse il precedente Governo a introdurre il meccanismo.

Stop a quello statale, arriva il cashback privato

La formula del cashback non è però destinata a tramontare e anzi, proprio a seguito del successo ottenuto dall’iniziativa di Stato, diversi istituti di credito ne hanno capito le potenzialità e l’hanno fatta propria. Come spiega spiega Ivano Cresto, Managing Director financial products di Facile.it, la formula del cashback si sta riproponendo a livello privato, in primis fra le banche.

Fino a che l’iniziativa statale è rimasta in vigore, alcuni istituti di credito hanno integrato all’interno del proprio home banking l’app ufficiale del cashback di Stato, aiutando così i propri clienti a partecipare all’iniziativa; ora che il cashback statale non è più in vigore, alcune banche hanno scelto di proporre un proprio meccanismo di cashback, con l’obiettivo di continuare a incentivare l’uso dei pagamenti elettronici da parte della clientela.

Il meccanismo promosso dagli istituti di credito prevede, normalmente, un rimborso di importo variabile a fronte di un pagamento effettuato con una carta elettronica. La percentuale varia da banca a banca; in alcuni casi viene riconosciuto un cashback iniziale generalmente del 10%, che poi tende a calare nel tempo fino all’1%, mentre in altri casi viene rimborsato un importo fisso per ogni transazione fatta.

Autostradale: l’iniziativa di Aspi

La formula del cashback trova proseliti anche in altri settori come quello autostradale. Lo scorso settembre Autostrade per l’Italia (Aspi) ha lanciato il cashback del pedaggio autostradale.

In sostanza si tratta di un’app che prevede rimborsi agli automobilisti in caso di ritardi. Nel dettaglio, gli utenti che impiegheranno troppo tempo a percorrere una tratta a causa di lavori potranno richiedere di essere rimborsati. Come fare? Il tutto passerà attraverso l’app di Free To X che è già disponibile su tutti gli store per dispositivi Android e IOS. Dopo un periodo di test portato avanti nei mesi estivi, l’app è aperta ora a una fase sperimentale in vigore fino al 31/12/2021 per l’utilizzo di massa, indipendentemente dalla classe di veicolo e dal mezzo di pagamento utilizzato.

Per avere accesso al cashback, il ritardo deve essere significativo. La misurazione avviene in base ai tempi di viaggio medi, calcolati su una velocità media di 100 km/h per le auto, 70 km/h per i mezzi pesanti. Ad esempio, se si incorre in un ritardo di mezz’ora in un viaggio di 3 ore, non ci sarà alcun cashback. Mentre sarà rimborsato il viaggio che avrà un ritardo di 15 minuti su un totale di 20 minuti di percorrenza. Il cashback sarà erogato esclusivamente in caso di ritardi generati da cantieri per lavori sulla rete di Autostrade per l’Italia che influiscono sulla regolarità dei transiti a causa della riduzione delle corsie originariamente disponibili (esclusa la corsia di emergenza) e potrà essere riconosciuto già per itinerari brevi, a partire da 15 minuti di ritardo. Si potrà accedere a rimborsi dal 25% al 100% del pedaggio, sulla base del tempo effettivo di viaggio e sulla lunghezza del percorso effettuato.

Non rientrano nell’iniziativa i ritardi non legati alle attività del concessionario, di natura imprevedibile come traffico intenso, incidenti, eventi meteo, manifestazioni, o qualunque altra motivazione non connessa al piano di lavori per l’ammodernamento delle infrastrutture autostradali.