Dopo le polemiche per le affermazioni dell’ambasciatore americano John Phillips, che aveva manifestato la preferenza degli americani per la vittoria del “sì” in occasione del prossimo referendum costituzionale, è intervenuto a stemperare gli animi il presidente della Repubblica Sergio Mattarella: “la sovranità appartiene agli elettori”.
Certo, le sorti del quadro istituzionale sono saldamente in mano agli elettori. Ma è legittimo per una forza straniera (per quanto alleata) manifestare il proprio tifo con tanta chiarezza? Mattarella, in visita di stato in Bulgaria, la mette così: “Il mondo si è molto interconnesso: quindi ogni avvenimento che avviene in un paese importante, e l’Italia è un paese importante, è seguito con attenzione anche all’estero. Naturalmente questa considerazione non muta in nulla il fatto che la sovranità sia demandata agli elettori”.
Il Capo dello Stato ha ricordato che l’interesse per le consultazioni elettorali in grado d’influire sulle sorti politiche di un Paese è del tutto normale, citando a titolo d’esempio il recente referendum sulla Brexit. Sulla stampa estera, d’altronde, il sostegno per il sì al referendum è assai ricorrente, per cui le affermazioni dell’ambasciatore rispecchiano le sensazioni di molti osservatori che temono, nell’ipotesi (ora non più tanto ovvia) di eventuali dimissioni del governo in caso di una sconfitta sulle riforme, l’allontanamento dell’Italia dal progetto europeo.
L’ambasciatore Phillips, d’altro canto, è stato piuttosto netto: “Il ‘no’ al referendum sulla riforma costituzionale sarebbe un passo indietro per gli investimenti stranieri in Italia”.