Giornata cruciale quella di oggi per il governo giallo-verde. Nonostante le rassicurazioni di Matteo Salvini, l’esecutivo potrebbe cadere. Dalle 10 alle 19 di oggi il popolo dei Cinque Stelle deciderà cosa fare in merito al voto sull’immunità al vicepremier e leader della Lega in merito al caso Diciotti.
Le votazioni saranno online sulla piattaforma Russeau e l’esito condizionerà il voto di sette parlamentari pentastellati che domani nella Giunta per le immunità parlamentari decideranno in merito alla richiesta del Tribunale dei Ministri di Catania di autorizzazione a procedere nei confronti del Ministro dell’interno.
La risposta chiesta agli iscritti a Rousseau per il voto di domani è uguale a quella che sarà chiesta martedì ai senatori della Giunta. Cioè se in quel caso si sia agito o meno “per la tutela di un interesse dello Stato costituzionalmente rilevante ovvero per il perseguimento di un preminente interesse pubblico nell’esercizio della funzione di Governo”.
Ironia di Grillo: “se voti Si vuole dire No”
I senatori martedì in giunta dovranno votare sì per dire che c’è stato quell’interesse e negare l’autorizzazione a procedere. No per dire che non c’è stato e concedere l’autorizzazione a procedere, esattamente come sarà per gli iscritti del MoVimento 5 Stelle che parteciperanno al voto su Rousseau. Proprio questa complessa articolazione dimostra che non stiamo parlando dell’immunità di un politico.
Ironizzando sul sistema di voto, il confondatore del M5S Belle Grillo ha citato il romanzo “Comma 22” dell’americano Joseph Heller dicendo che “se voti Si vuole dire No”. Nell’opera è presentato il paradosso per cui “chi è pazzo può chiedere di essere esentato dalle missioni di volo, ma chi chiede di essere esentato dalle missioni di volo non è pazzo“.
L’altro riferimento, invece, è quello al mito di Procuste, il brigante greco che gettava su un letto le sue vittime: tagliava le parti del corpo che sporgevano e stirava con un martello su un’incudine quelle che erano troppo piccole. Per questo quando si parla di letto di Procuste, si intende il tentativo di ridurre tutti a un solo modello di pensiero.
Caso Diciotti: dilemma corneliano per il M5S
Il reale oggetto della questione coinvolge anche le decisioni politiche del presidente Conte, del vice presidente Di Maio e del ministro Toninelli. Più che di Procuste, si tratta di un dilemma corneliano. Andare contro Salvini vorrebbe dire andare contro al governo stesso di cui il M5S fa parte. Al contempo il movimento potrebbe giocarsi la credibilità. Esso è sempre stato caratterizzato, fin dalla sua nascita, da una connotazione marcatamente giustizialista.
Non si tratta di decidere se “mandare a processo il ministro dell’Interno” ma di valutare se la decisione di trattenere i migranti qualche giorno a bordo della nave Diciotti è stata presa sulla base di un interesse dello Stato o no.
Si mostra tranquillo il diretto interessato Matteo Salvini in Sardegna, per la sua tournée elettorale in vista del voto regionale di domenica prossima.
Giusta la consultazione sul web, basta che non finisca come a Sanremo (…) Nessuna crisi in caso di processo, il governo andrà avanti. L’Italia va avanti a prescindere da quello che si deciderà su Salvini. Non sono così importante da decidere le sorti del Paese (…) Vengono a dirmi che la Lega è il primo partito e se faccio saltare tutto chissà quanti parlamentari prendo. Ma per me la parola vale più dei sondaggi, dei parlamentari e di tutto il resto. Poi certo abbiamo idee diverse su tante cose”.