“Se fossi un manager di una società americana hi-tech, non viaggerei in Cina questa settimana”. Questo è quello che James Lewis, ex funzionario del Dipartimento del Commercio Usa e attuale direttore presso il Centro studi strategici e internazionali, ha detto dopo l’arresto in Canada per conto del governo degli Stati Uniti di Meng Wanzhou, direttrice finanziaria nonché figlia del fondatore di Huawai.
Secondo quanto si legge sul sito Axios, Lewis avrebbe detto che “Huawei è una delle società che sta più a cuore al governo cinese” e ha avvertito “Si vendicheranno, prendendo ostaggi”.
Dopo l’arresto, avvenuto due giorni fa, la Cina ha immediatamente protestato, chiedendo al Canada e agli Stati Uniti di liberare la manager mentre oggi ha accusato Washington di aver orchestrato l’arresto perché preoccupata dall’avanzata mondiale del colosso telefonico.
Il governo degli Stati Uniti è da tempo preoccupato per i rischi legati alla sicurezza delle apparecchiature Huawei e, per questa ragione, ha limitato le sue attività nel Paese. Misure analoghe sono state prese anche dall‘Australia che ha escluso Huawei dalla sua rete mobile 5G. E la stessa strada è stata intrapresa oggi dal Giappone, che vuole bandire la società dai contratti pubblici.
Ue: società come Huawei “dovrebbero preoccuparci”
Ricordiamo che Huawei è il principale produttore mondiale di apparecchiature per le telecomunicazioni e il produttore di smartphone numero 2 al mondo, alle spalle di Samsung, e prima di Apple.
Non solo gli Stati Uniti, ma anche l’Unione Europea farebbe bene a preoccuparsi delle attività delle società tecnologiche cinesi come Huawei, per via dei rischi che queste comportano per il settore dell’area europea e per la sua sicurezza. Lo ha detto durante una conferenza stampa a Bruxelles il commissario alle tecnologie Ue Andrus Ansip (“Queste società dovrebbero preoccuparci”).
Huawei, che ha generato 93 miliardi di dollari ricavi l’anno scorso ed è un orgoglio nazionale in Cina, è vista con sospetto dalle nazioni occidentali per via dei suoi stretti legami con il governo cinese. Alcuni governi temono che Pechino usi l’azienda per spiare i sistemi e le tecnologie d’avanguardia dell’Occidente.