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Caso Shalabayeva, sale tensione nel governo

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ROMA (WSI) – Sale lo scontro sull’espulsione di Alma Shalabayeva, la moglie del dissidente kazako Ablyazov. Il ministro degli esteri Emma Bonino, in una serie di interviste rivela: ‘Durante la Festa della Repubblica dissi ad Alfano di seguire il caso di persona’.

Poi dice di non avere pensato alle dimissioni perchè ‘non sarebbero servite, quando ho saputo di questa storia quella poveretta era gia’ in Kazakistan’. Sull’altro fronte Alfano promette che ‘cadranno delle teste’. E l’ambasciatore kazako a Roma Yemelessov fa sentire la campana del regime: ‘Ablyazov è un criminale, non un perseguitato politico. Sta pagando i giornali per parlare di questo caso’. Poi assicura che ‘la signora Shalabayeva e la figlia non subiranno nessuna persecuzione’.

Nella vicenda pare che potrebbe essere coinvolta anche Eni.

Alma racconta a FT: ‘Mi urlavano puttana russa’ – “Continuavano a gridarmi in italiano. Non capivo esattamente cosa dicessero. L’unica cosa che ho potuto distinguere in questa serie di offese fu ‘Puttana russa’”. E’ quanto scrive Alma Shalabayeva in un documento pubblicato dal Financial Times, in cui racconta cosa accadde la notte in cui fu ordinato il blitz nella villa di Casal Palocco.

La Questura di Roma, facendo riferimento alle dichiarazioni di Alma Shalabayeva, ha smentito che la donna abbia subito maltrattamenti durante il blitz del 29 maggio nella villa di Casalpalocco. “In relazione alle dichiarazioni rese agli organi di informazione da Alma Shalabayeva – si legge in una nota della Questura di Roma – si smentisce che la stessa abbia subito alcun tipo di maltrattamento nel corso dell’operazione di polizia giudiziaria, effettuata all’alba del 29 maggio e di cui è stato dato puntuale riferimento all’autorità giudiziaria competente”.

M5S ha confermato che presenterà una mozione di sfiducia sul ministro Alfano. Anche Sel è pronta a spingere sull’ acceleratore contro il ministro degli Interni, nonchè vicepremier. Per questo la parola d’ ordine nei palazzi delle istituzioni è una sola: “fare in fretta, senza perdere tempo e senza permettere che si alzi il livello della polemica politica”.

Si apre infatti una settimana caldissima per il Governo impegnato su diversi fronti prima della pausa estiva. Il premier Enrico Letta vuole chiudere bene e in fretta il giallo Ablyazov prima che i sospetti tracimino e che le tensioni tra Farnesina e Viminale diventino esplosive. Per questo Angelino Alfano dovrebbe presentarsi giovedì in Aula con in tasca i nomi dei ‘colpevoli’ delle omissioni che hanno portato ad un pasticcio di livello planetario.

Ogni giorno che passa, infatti, i misteri si infittiscono, gli interrogativi aumentano e le fibrillazioni interne alla maggioranza si moltiplicano. Il Pdl ha fatto quadrato intorno ad Alfano senza sbavature. E anche la linea impostata da palazzo Chigi sembra reggere: i ministri non sono stati informati e quindi nessuna dimissione, specialmente da parte del responsabile del Viminale, fulcro dell’accordo di larga intesa che regge l’esecutivo.

La Farnesina “non ha alcuna competenza in materia di espulsione di cittadini stranieri, né accesso ai dati” su persone che abbiano ricevuto lo status di rifugiato politico in Paesi terzi. Lo si legge in una nota del ministero degli Esteri sul caso Ablyazov “in riferimento ad alcune interpretazioni apparse su organi di stampa odierni”.

“Con riferimento ad alcune interpretazioni apparse su organi di stampa odierni sul provvedimento di espulsione di Alma Shalabayeva e di sua figlia Alua – si legge nella nota – la Farnesina ribadisce che: il Ministero degli Esteri non ha alcuna competenza in materia di espulsione di cittadini stranieri dall’Italia né, in base alla normativa, ha accesso ai dati relativi a cittadini stranieri ai quali sia riconosciuto da Paesi terzi lo status di rifugiato politico”.

“Sono in costante contatto con le autorità kazake, alle quali ho già manifestato e manifesterò ancora in altre occasioni le nostre aspettative per il rispetto dei diritti della signora Alma Shalabayeva in base alle leggi nazionali ed internazionali”: lo ha detto all’ANSA l’ambasciatore italiano ad Astana Alberto Pieri, assicurando di seguire “da vicino” il caso della moglie del dissidente kazako Mukhtar Ablyazov, espulsa dall’Italia il 31 maggio con un provvedimento poi annullato. Ora, osserva ricordando la linea del ministro degli Esteri Emma Bonino, “occorre una ‘moral suasion’, una sensibilizzazione delle autorità kazake con i tempi e gli strumenti della diplomazia”. Sottolineando i buoni rapporti con il governo di Astana, l’ambasciatore spera che in futuro si possa aprire “qualche spiraglio positivo” ma invita ad essere prudenti sui tempi. (ANSA)