Economia

Cattolica cambia nome in Genertel dopo la fusione. Cosa succede ai clienti

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Il Gruppo Generali ha avviato un processo di riorganizzazione delle sue attività italiane volto a semplificare le attività e migliorare i servizi offerti alla clientela. In questo processo è coinvolta anche Genertel S.p.A. assieme alla Società Cattolica di Assicurazione S.p.A., entrambe appartenenti al Gruppo Generali.

In particolare l’IVASS ha autorizzato questi due interventi che avverranno entrambi il 1 luglio 2023:

  • la fusione per incorporazione di Genertel S.p.A. in Società Cattolica di Assicurazione S.p.A.;
  • la ridenominazione di Società Cattolica di Assicurazione in Genertel S.p.A.

Pertanto, a partire dal 1 luglio 2023 la società risultante da questa operazione assumerà la denominazione di Genertel S.p.A., con sede legale a Trieste.

Ma agenti, dipendenti, ex azionisti e clienti possono stare tranquilli che l’anima di Cattolica non scomparirà per lasciare il posto a Genertel, semplicemente cambierà veste (anzi, nome).

Cattolica non si estinguerà

Ci ha tenuto a ribadirlo anche l’amministratore delegato e direttore generale di Cattolica, Samuele Marconcini, in una lettera agli agenti, in cui ha sottolineato che l’integrazione con il gruppo triestino procede come stabilito e non sono ipotizzabili sorprese e tantomeno rivoluzioni:

Ivass ha autorizzato una serie di semplificazioni societarie previste dal gruppo. Vi scrivo per confermare che nulla cambia per Cattolica rispetto a quanto Generali ha sempre dichiarato. Cattolica resterà il nostro brand e diventerà una divisione di Generali Italia. Il marchio Cattolica, un grande e importante valore della compagnia grazie all’eccellente lavoro della nostra rete agenziale che rimarrà indipendente, resterà quindi sul mercato e continuerà a offrire i nostri prodotti e servizi a tutti i clienti. Con l’autorizzazione dell’Ivass è corretto dire che la società Cattolica confluisce in Genertel, ma solo per permettere una coerente semplificazione societaria al Gruppo. Cattolica, con la sua presenza capillare su tutto il territorio nazionale, continuerà a sviluppare il proprio business tradizionale, oltre a un focus sui settori distintivi come agricoltura, enti religiosi e terzo settore, quale divisione autonoma di Generali Italia. A regime la divisione Cattolica comprenderà da un lato la business unit Enti religiosi e terzo settore, ambito nel quale la compagnia ha un consolidato posizionamento strategico. E dall’altro lo sviluppo del portafoglio dedicato al settore agricoltura, che grazie alle sinergie con il gruppo Generali renderà ancora più elevata la già buona offerta sul mercato. Oltre agli altri rami di cui si occupa già ora, la divisione Cattolica vedrà nella propria organizzazione anche un’area marketing a supporto della rete agenziale che rimarrà anch’essa autonoma, e la prosecuzione in contratto di servizio delle attività legate alla bancassicurazione, fino alla loro scadenza”.

Con questa e altre due autorizzazioni decise dall’Ivass, compie nuovi passi avanti il processo di integrazione di Cattolica in Generali, che va avanti dalla fine del 2021. Il via libera riguarda infatti anche la scissione parziale di alcune aree funzionali di Cattolica verso Generali Italia (già annunciata nelle scorse settimane e in programma dal luglio prossimo) e sul versante triestino la fusione per incorporazione di Generali Business Solutions sempre in Generali Italia.

I motivi della fusione Cattolica-Genertel

Le motivazioni sono state più volte messe sul tappeto e a oggi non risultano variazioni rispetto al piano di integrazioni che possano far temere chissà quali vulnus a danno di Lungadige Cangrande. Anzi, si conferma indirettamente che la società viene considerata una delle sedi operative, alla stregua di Mogliano Veneto, Milano e della stessa Trieste. Integrazione e semplificazione (anche alla luce delle inevitabili sovrapposizioni di aree e funzioni seguite alla fusione) sono alla base delle scelte di Generali.

Lo stesso Marconcini aveva recentemente confermato ai coordinamenti sindacali del gruppo come “le specificità di Cattolica e la sua peculiarità territoriale siano state approfondite e valutate da Generali che per la prima volta nella storia recente ha inteso costituirne un’apposita divisione”. In quest’ottica globale di riorganizzazione anche il passaggio di Cattolica in Genertel, secondo altre fonti interne a Lungadige Cangrande, è considerato “probabilmente funzionale” anche a trasmettere a Genertel le autorizzazioni ministeriali ora in capo a Cattolica e riguardanti diversi, ma sovrapponibili, rami di business.

Cosa cambierà per i clienti

Ma come si tradurrà questa fusione con “rebranding” nell’offerta ai clienti? Cosa cambierà per i sottoscrittori di polizze Genertel?

È lo stesso sito web di Genertel, da poco rinnovato nella sua veste grafica, a rispondere:

Nulla, questa operazione societaria di fusione e ridenominazione non comporta alcuna variazione nelle condizioni di assicurazione, garanzie e scadenze relative alle tue polizze Genertel”.