ROMA (WSI) – Vtb Capital, la divisione di investment banking della banca russa Vtb, sta trattando l’acquisto del 60% del gruppo di moda Cavalli.
È quanto riporta il quotidiano russo Vedomosti, citato da Bloomberg, secondo il quale Vtb, colpita dalle sanzioni degli Usa e dell’Unione europea, sarebbe disponibile a mettere sul piatto circa 500 milioni di euro per la quota, valorizzando il gruppo dello stilista fiorentino 830 milioni.
Fonti finanziarie citate da Bloomberg confermano che nelle scorse settimane tra i russi e Cavalli ci sono stati colloqui, anche se i tempi non sembrano ancora maturi per una decisione.
Il dossier dovrebbe quindi essere ripreso in mano dopo la pausa estiva. Da notare che Vtb group, controllata al 60% dal Cremlino, è uno dei gruppi colpiti dalle sanzioni degli Usa e dell’Unione europea per la crisi in Ucraina.
Sanzioni che, per quanto riguarda le istituzioni finanziarie, comportano il divieto di raccogliere capitali sul mercato internazionale. Una minaccia che evidentemente non frena i piani di espansione del colosso basato a Mosca. Di cui è presidente Andrey Kostin, entrato di recente nel consiglio di amministrazione di Pirelli.
Come ricorda Il Fatto Quotidiano, è da cinque anni che Cavalli sta valutando la cessione di una quota del gruppo. “Nel 2009 è stato vicino a chiudere un accordo con il fondo Clessidra di Claudio Sposito, ma l’avanzata della crisi e le posizioni della proprietà, che allora valutava l’azienda un miliardo, non hanno permesso di arrivare alla firma”.
“In seguito lo stilista ha condotto una lunga trattativa con il fondo inglese Permira, che si è risolta però con un nulla di fatto. A fine giugno è poi sfumata per divergenze sulla valutazione dell’azienda anche l’intesa con il fondo di private equity del Barhein Investcorp”.
Non sarebbe ad ogni modo il primo caso di svendita del Made in Italy. Krizia ha ceduto la proprietà ai cinesi di Marisfrolg Fashion, mentre Versace, ha venduto al fondo statunitense Blackstone il 20 per cento. “Fendi, Emilio Pucci, Loro Piana e Bulgari – scrive il Fatto – fanno parte da anni di Lvmh, la holding francese del lusso di Bernard Arnault, mentre Gucci, Bottega Veneta, Sergio Rossi e Brioni sono sotto l’ombrello della Kering di François Pinault”.
“Nell’orbita degli Emirati arabi sono finite invece Valentino, acquisito dalla qatarina Mayhoola e Gianfranco Ferrè, comprato da Paris Group di Dubai. Mandarina Duck e Coccinelle sono approdate in Asia, ai coreani di E-Land. Il fondo inglese Carlyle ha poi in pancia la maggioranza di Twin-Set”.