Il Recovery plan c’è, ma la crisi di governo è a un passo. È il risultato del Consiglio dei ministri di ieri sera, che ha dato il via libera al piano di rilancio dell’economia targato Ue e, allo stesso tempo, ha confermato le intenzioni anticipate da Matteo Renzi, ovvero che Italia Viva non avrebbero votato il Recovery plan se le sue condizioni sul Mes non fossero state accettate.
E così è stato. Le ministre Teresa Bellanova ed Elena Bonetti si sono astenute, definendo “incomprensibile” la rinuncia al fondo salva-stati.
“Il Mes non è compreso nel next generation, non è questa la sede per discutere il punto” ha replicato il premier Giuseppe Conte, accusando Iv di speculare sul numero dei decessi in Italia per invocare l’attivazione del Fondo.
Subito dopo è il ministro dell’economia Roberto Gualtieri a intervenire:
“Il Mes non ha “nulla a che vedere con il programma Next Generation Eu” e anche se si decidesse di attivarlo, “non avremmo a disposizione risorse per investimenti aggiuntivi”, spiega il ministro dell’Economia.
È scontro aperto tra Renzi e Conte
Fra poche ore, però, potrebbe essere la crisi di governo a dominare nella politica italiana. I margini per ricucire lo strappo sembrano ridotti.
Mentre crescere l’attesa per la conferenza stampa convocata da Renzi nel pomeriggio alla Camera, che potrebbe certificare l’addio di Iv al governo (“Decidiamo in mattinata e poi lo comunicheremo alla stampa”), Conte decide di convocare un doppio Cdm, uno in serata sul nuovo dl anti-Covid (con lo stato di emergenza che potrebbe essere prorogato al 30 aprile), l’altro giovedì sul nuovo scostamento per i ristori di gennaio.
L’obiettivo è mettere in cassaforte i provvedimenti più cruciali per il Paese in questo momento. Poi, se le ministre di Iv si dimetteranno, per il premier si potrebbe davvero aprire la strada della conta in Parlamento.
Al premier, e al suo argine a un Conte-ter se Iv si sfilasse nelle prossime ore, una sponda arriva da Romano Prodi.
“Conte ha fatto bene. A me sembra che Renzi abbia assolutamente lo stesso obiettivo di Bertinotti (nel Prodi I, ndr), cioè rompere”, spiega l’ex presidente del Consiglio.
Recovery plan, dopo l’ok del Cdm cosa succede ora
Tornando al Recovery plan, dopo ok di ieri da parte del Consiglio dei ministri, il Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR) sarà ora inviato alla Camera dei deputati e al Senato della Repubblica al fine di acquisirne le valutazioni. Lo ha comunicato nella notte Palazzo Chigi.
Il Piano dovrà dare attuazione, nel nostro Paese, al programma Next Generation EU, varato dall’Unione europea per integrare il Quadro finanziario pluriennale (QFP) 2021-2027 alla luce delle conseguenze economiche e sociali della pandemia da COVID-19.
Le risorse complessivamente allocate nelle sei missioni sono pari a circa 210 miliardi, di cui 144,2 miliardi finanziano ‘nuovi progetti’ mentre i restanti 65,7 miliardi sono destinati a ‘progetti in essere’ che riceveranno, grazie alla loro collocazione all’interno del Piano, una significativa accelerazione dei profili temporali di realizzazione e quindi di spesa.