L’azienda italiana è nuovamente al centro di una grande operazione di acquisizione da parte di Cassa Depositi e Prestiti (Cdp) e del fondo d’investimento australiano Macquarie Asset Management. L’offerta prevede l’acquisto di tutta l’infrastruttura di rete di Tim, attraverso la partecipazione in NetCo, le attività di FiberCop e una partecipazione in Sparkle. Tuttavia, l’operazione dovrà ottenere l’approvazione dell’Antitrust, il che potrebbe richiedere tempi più lunghi.
La situazione si complica ulteriormente se si considera la posizione di Vivendi, primo socio di Tim, che vorrebbe una valorizzazione della rete di oltre 30 miliardi. Attualmente, entrambe le offerte presentate sono ben distanti da questa cifra e lo scontro potrebbe spostarsi in assemblea, dove il voto dei fondi e quindi del mercato risulterebbe determinante.
L’offerta di Cdp sembra essere più interessante in termini di liquidità rispetto a quella di Kkr, ma potrebbe richiedere tempi più lunghi per essere approvata dall’Antitrust. Inoltre, Cdp è già azionista di Tim e possiede anche il 60% di Open Fiber, la principale rivale di FiberCop, il che potrebbe portare a una fusione delle due società.
Cdp ha presentato un’offerta per acquisire l’intera infrastruttura di rete di Tim, la principale azienda di telecomunicazioni italiana. Questa mossa rappresenta un tentativo di riportare sotto il controllo pubblico la rete di Tim, che è stata privatizzata nel 1997.
L’offerta di Cdp dovrebbe essere migliorativa rispetto a quella di Kkr in termini di cassa effettiva, con 2-2,5 miliardi in più in termini di liquidità per la riduzione del debito rispetto all’offerta di Kkr e 7,7-8 miliardi per sanare i debiti. Inoltre, non c’è la richiesta di riassorbire personale in ServCo. La proposta prevede la partecipazione del fondo d’investimento australiano Macquarie Asset Management e l’acquisizione di NetCo, le attività di FiberCop e una partecipazione in Sparkle, come previsto anche dall’offerta di Kkr.
La vendita dell’infrastruttura di rete di Tim rappresenta un’operazione di grande importanza per il mercato delle telecomunicazioni in Italia e potrebbe avere ripercussioni anche a livello europeo. Attualmente, infatti, in Italia ci sono solo due reti di questo tipo e non sono presenti alternative come quelle della tv via cavo. Per garantire un’adeguata concorrenza, è probabile che l’Antitrust europeo imponga correttivi.
Analisi del titolo TIM
Nuovo spunto rialzista per il titolo di Tim, che guadagna bene e porta a casa un +3,14%. Nella giornata abbiamo assistito ad un avvio con forza ed apertura a 0,323o euro sopra i massimi della seduta precedente, seguito da un indebolimento che persiste nella sessione.
Lo status tecnico dell’azienda è in rafforzamento sul breve periodo, con area di resistenza vista a 0,3230, mentre il primo supporto è stimato a 0,3100. Le implicazioni tecniche odierne propendono per un ampliamento della performance al rialzo, con resistenza vista a quota 0,3365.