Spaventata, più povera, poco propensa al rischio: ecco l’Italia nell’anno del Covid così come la descrive il Censis nel 54mo Rapporto Censis sulla situazione sociale del Paese.
Ben il 73,4% degli italiani indica nella paura dell’ignoto e nell’ansia conseguente il sentimento che è prevalso nel 2020.
Secondo il Censis, la paura per la propria salute e per quella dei propri cari si è così radicata nella quotidianità che quasi il 60% degli italiani (il 57,8%) è disposto a rinunciare alle libertà personali in nome della tutela della salute collettiva, lasciando al Governo le decisioni su quando e come uscire di casa, su cosa è autorizzato e cosa non lo è.
“Il 2020 è stato un anno eccezionale e l’anno della paura nera. – rileva il direttore generale del Censis Massimiliano Valeri – Gli eventi ci hanno riportato alla nostra nuda vita, con una intollerabile vista pubblica della morte, amplificata dal sistema dei media, resa più inquietante dalla mancanza di una base dati epidemiologica accurata. Questo evento eccezionale ha rappresentato di fatto uno straordinario fattore di accelerazione di alcuni processi che erano già in atto, presistenti nella nostra società. Ha squarciato un velo su vulnerabilità strutturali del nostro paese. Il re è nudo”.
Più poveri metà degli italiani
Significative le ricadute sul fronte del reddito. La metà degli italiani (50,8%) ha sperimentato un’improvvisa caduta delle proprie disponibilità economiche, con punte del 60% tra i giovani, del 69,4% tra gli occupati a tempo determinato, del 78,7% tra gli imprenditori e i liberi professionisti.
“Le persone in bilico, a rischio immediato di insicurezza economica, sono quelle che dispongono di risorse finanziarie per meno di un mese: sono il 17,1% della popolazione, il 16,9% tra gli imprenditori e i professionisti, il 14,9% tra gli occupati con un contratto a tempo indeterminato”, si legge nel rapporto.
Quote più elevate si riscontrano tra i disoccupati (26,0%), i residenti nel Mezzogiorno (18,3%), i soggetti meno istruiti (21,3%).
Cala propensione al rischio
In un quadro di crisi, gli italiani hanno sperimentato una netta diminuzione della propensione al rischio e una crescente tendenza ad affidarsi alla ‘mano’ pubblica, munifica di ristori e aiuti per una vasta platea di italiani.
Il netto calo della propensione al rischio, segnala il Censis, si declina sia in una impennata della liquidità precauzionale (+41,6 miliardi in sei mesi) sia in un diffuso timore verso il ‘fare impresa‘: solo il 13% degli italiani, infatti, è pronto a tornare a rischiare aprendo un’impresa nel dopo Covid.
Diffusione della “bonus economy”
Il rovescio della medaglia è la diffusione di una ‘bonus economy’ garantita dallo Stato: a ottobre, si legge nel rapporto, i sussidi erogati dall’Inps coinvolgevano una platea di oltre 14 milioni di beneficiari, con una spesa superiore a 26 miliardi di euro.
E’ come se a un quarto della popolazione italiana fossero stati trasferiti in media quasi 2.000 euro a testa.