Il secondo giorno di lavori al 46° forum The European House – Ambrosetti a Cernobbio è stato aperto dall’intervento del presidente della repubblica Sergio Mattarella che si focalizzato sulla crisi economica provocata dall’epidemia di coronavirus e sul piano economico di aiuti per la ripresa, il Recovery fund, messo a punto dal Consiglio europeo.
Nel suo intervento Mattarella ha ricordato che “Il piano per la ripresa, finalmente approvato da tutti i Capi di Stato e di Governo nel Consiglio Europeo di luglio, rappresenta per quantità di risorse – e per la qualità delle nuove formule adottate – una svolta di portata straordinaria che manifesta un livello di ambizione all’altezza dello storico valore dell’integrazione del Continente”.
“I nostri concittadini europei vivono con ansia il presente – ha proseguito il Presidente – fra timore di ‘seconde ondate’ di contagio e accresciute difficoltà economiche – e guardano con incertezza al futuro: il processo di approvazione dei meccanismi di governo del Fondo per la ripresa devono procedere, quindi, necessariamente, con massima rapidità, in modo da rendere disponibili le necessarie risorse già all’inizio del 2021.
Con la medesima sollecitudine deve intervenire la preparazione dei ‘piani nazionali di rilancio‘ che saranno sottoposti all’attenzione degli organi comunitari. Anche da questo punto di vista entra in gioco – per i singoli Stati – il valore della responsabilità.
Ai Paesi membri viene offerta una possibilità unica – forse irripetibile – di disporre di risorse consistenti per compiere riforme strutturali in grado non soltanto di garantire l’uscita dalla crisi, ma soprattutto di assicurare prosperità e benessere per le nuove generazioni, con un nuovo modello di crescita più sostenibile”.
Riferendosi al Recovery fund per Mattarella “non a caso il piano di rilancio è chiamato piano Generazione Futura UE, perché l’obiettivo vuole – e deve – essere quello di tracciare un orizzonte sostenibile per le giovani generazioni.
La crisi obbliga, oggi, sia al livello nazionale sia al livello comunitario, a far ricorso massicciamente al debito. Un debito che inciderà su coloro che ci seguiranno nel tempo.
Non dobbiamo compromettere, con scelte errate, la speranza, per chi verrà, di accesso a condizioni sociali ed economiche se non migliori quanto meno pari a quelle di cui noi abbiamo usufruito”.
Il presidente ha poi sottolineato il fatto che “Le prossime generazioni guarderanno in modo critico al periodo che stiamo vivendo. Chiederanno come sono state destinate e amministrate somme così ingenti e, nel caso di inattività o scarsa efficacia della nostra azione, si domanderanno perché una generazione che ha potuto godere, per un periodo così lungo, di circostanze favorevoli non sia, invece, riuscita a realizzare infrastrutture essenziali per la crescita e riforme necessarie per l’efficienza del sistema sociale ed economico, accrescendo solo la massa di debito.
Condizioni così propizie agli investimenti come quelle attuali – si pensi ai tassi di interesse – sono difficilmente ripetibili.
Se agiremo con assennatezza l’Unione Europea uscirà da questo periodo – altrimenti fosco e confuso – con basi più solide, con maggiore capacità di soddisfare le esigenze dei propri cittadini e con più ampia influenza al livello internazionale”.