La stilista francese ha contribuito a “liberare” la donna da corpetti stringenti e gonne voluminose, rendendo le sue creazioni delle vere e proprie “rivoluzioni” per l’epoca: abiti pensati per per donne attive e dinamiche; donne che lavorano.
In quest’ottica, qualche anno dopo, Chanel ebbe un’intuizione che ancora oggi è un’icona, un mito, semplicemente “l’oggetto del desiderio” di ogni donna che ama il fashion style: la borsa 2.55.
La borsa Chanel 2.55: storia e ispirazione
Il nome, per l’appunto 2.55, lo si deve alla data di creazione, Febbraio 1955, e fu una novità perché per la prima volta una pochette fu dotata di tracolla.
Chanel, dichiarò: « Mi sono stancata di dover portare la mia borsa in mano[…] quindi ho aggiunto sottili cinturini, cosicché possa essere usata come una borsa a tracolla. »
L’accessorio, disegnato da Chanel ha dietro di sé una simbologia che richiama la vita della creative stylist che la disegnò. Pare, infatti, che Coco Chanel ebbe l’ispirazione dalle giacche trapuntate degli stallieri, vestiti da lei stessa nelle piste da corsa. L’interno di colore bordeaux richiamava le divise dei bambini dell’orfanotrofio, così come la catena intendeva ricordare i portachiavi dei guardiani dello stesso. Richiami molto personali, quelli di Chanel: quando era una bambina, infatti, per motivi familiari fu affidata alla congregazione delle Suore del Sacro Cuore, presso l’orfanotrofio di Aubazine.
La versione 2.88 e la riedizione dell’originale
Nel corso degli anni la pochette venne ridisegnata dallo stilista Karl Lagerfeld, il quale abbinò alla catena della tracolla una lunga e sottile striscia di pelle, modificando anche il sistema di chiusura nel classico logo delle “Double C“, rinominandola 2.88.
In occasione nel cinquantesimo anniversario della nascita della borsetta, Lagerfeld, propose una riedizione della mitica 2.55 per omaggiare quella creata originariamente da Coco Chanel.