Nei corridoi di Palazzo Chigi si dice che non ci sia nomina che non passi attraverso il suo benestare, quella di Francesco Giavazzi. Dopo essersi trasferito in un ufficio quasi contiguo a quello del presidente del Consiglio, Mario Draghi, sembra sia l’unico ad entrare nell’ufficio del premier senza farsi annunciare nonché l’unico a contraddirlo apertamente
Stiamo parlando di Francese Giavazzi, 72enne professore bocconiano, consigliere di Mario Draghi, che si occupa sia di macro temi che delle questioni di potere, nomine pubbliche in testa.
Nel ruolo di consigliere, svolto a titolo gratuito, Giavazzi sta dando il suo contributo al lavoro di analisi e impostazione del Pnrr, il Piano nazionale di ripresa e resilienza, la cui adozione, dopo l’approvazione della Commissione europea, permetterà all’Italia di ricevere i fondi del Next Generation Eu e avviare così le riforme che dovranno garantire lo sviluppo e la crescita del Paese nei prossimi anni.
Francesco Giavazzi: chi è
Nato a Bergamo nel 1949, Giavazzi si laurea in Ingegneria elettronica al Politecnico di Milano nel 1972, e sei anno dopo consegue il dottorato in Economia presso il MIT di Boston (Stati Uniti). È negli Stati Uniti che stringe una profonda amicizia con Mario Draghi, suo compagno di corso, entrambi allievi del premio Nobel per l’economia Franco Modigliani.
Professore di economia politica all’Università Bocconi di Milano, della quale è stato pro-rettore alla ricerca fra il 2000 ed il 2002; è stato per oltre un decennio visiting professor al MIT di Boston.
Parallelamente alla carriera accademica e di ricercatore (ha insegnato ad Essex, Padova, Venezia, Bologna ed è stato visiting professor al Mit dal 1999 al 2008), Giavazzi ha ricoperto diversi ruoli in organismi nazionali e internazionali come membro del: Comitato strategico del ministero dell’Economia francese; gruppo di consulenti di politica economica dei Presidenti della Commissione europea Romano Prodi e José Manuel Barroso. Fra il 1992 e il 1994 è stato dirigente generale del ministero dell’Economia, dove con Mario Draghi ha avviato le privatizzazioni.
È infine degli editorialisti storici del Corriere della Sera, con cui collabora dal 1995.
Le opinioni in materia economica di Francesco Giavazzi, espresse sui suoi libri e sugli editoriali in prima pagina sul Corriere della Sera, richiamano principalmente il liberalismo classico e il liberismo filoamericano, vicino alle idee della scuola di Chicago, di Milton Friedman e di Luigi Einaudi.
Fondamentale il suo apporto allo sviluppo della ricerca economica sia come autore di numerosi lavori scientifici, in collaborazione anche con l’amico Alberto Alesina, recentemente scomparso.