L’Italia, fra i Paesi del G20, è tutto sommato uno dei Paesi meno colpiti dalla nuova vampata dell’inflazione – nonostante le difficoltà collegate ai prezzi della bolletta energetica. Con un tasso del 3% attestato lo scorso ottobre, l’Italia è nettamente al di sotto della media dell’Eurozona (4,1%), ma anche su livelli più contenuti rispetto a quelli osservati in economie come quella tedesca (4,5%), spagnola (5,4%) o britannica (4,2%).
“Sull’inflazione, sono stati sollevati numerosi punti” nelle ultime minute pubblicate dalla Bce, “c’era consenso sul fatto che l’inflazione era stata sistematicamente sottovalutata negli ultimi tempi e che le previsioni a breve termine dovevano essere riviste al rialzo nelle proiezioni dello staff di dicembre”, hanno commentato gli analisti di ING. “Per quanto riguarda le prospettive di inflazione a medio termine, c’era molta più incertezza. E’ interessante notare che la Bce ora tiene conto del fatto che i prezzi dell’energia potrebbero rimanere un po’ più alti sulla scia della ‘transizione verde’. Allo stesso tempo, il Consiglio pensa che uno spostamento sostenibile verso l’alto dell’inflazione richieda una crescita dei salari e delle aspettative di inflazione più alte. Siccome c’è ancora un po’ di rallentamento nel mercato del lavoro, questo [rialzo dei salari] potrebbe richiedere ancora un po’ di tempo per materializzarsi”.
L’entità del problema-inflazione è ancor più evidente negli Stati Uniti, che con un tasso del 6,2% scontano non solo i problemi della carenza di offerta, ma anche una robusta domanda alimentata da mesi di sussidi e di consumi ritardati dalla pandemia. Solo alcune economie tipicamente più esposte all’inflazione superano il tasso osservato attualmente negli Stati Uniti, fra queste Russia, Turchia e Brasile.
Le economie con un’inflazione sotto i target
Fra le grandi economie globali spicca l’eccezione giapponese, il cui tasso d’inflazione resta allo 0,1% e in diminuzione. Nemmeno il post pandemia è riuscito a ribaltare la tradizionale staticità dei prezzi giapponesi. Bassa anche l’inflazione cinese, che con il suo 1,5% manca di parecchio l’obiettivo nazionale del 3%. In Europa solo la Svizzera mantiene un tasso d’inflazione contenuto e sotto gli obiettivi: 1,2% contro un target generico “inferiore al 2%”.