Le aziende europee che producono microchip, come Infineon, Alcatel, o STMicroelectonics saranno costrette a rivedere al ribasso il valore del magazzino in esubero.
In gergo tecnico si chiama ammortamento straordinario: quello ordinario dipende dal valore che un prodotto perde nel corso del tempo a causa dell’usura e del carico di innovazione e tecnologia immesso sul mercato. In altre parole, un pc del 1990 oggi vale un decimo del valore di mercato di allora perché è più lento, non consente di navigare in Internet e non consente di ascoltare un cd musicale.
Nel caso delle società dei semiconduttori, il chip prodotto solo otto mesi fa, con un valore tecnologico e di innovazione ancora valido, perde di prezzo perché non riesce ad essere venduto. E il valore dell’azienda crolla perché l’investimento effettuato per la progettazione e la realizzazione del chip non viene bilanciato da alcun profitto.
L’ammortamento straordinario dovrà valutare le scorte di chip ai prezzi correnti di mercato. L’ammortamento, che peserà probabilmente sugli ultimi due trimestri fiscali delle aziende, verrà messo a confronto con l’ultimo trimestre dello scorso anno, quando la crisi cominciò.
L’anno scorso lo scarso numero di chip in deposito spinse le società a investire ingenti some di denaro sulle scorte, appena qualche settimana prima che la crisi si manifestasse. Il settore adesso attraversa un periodo di ribassi continui che hanno già contagiato le borse europee.
Alcune società, come l’Ericsson Telephone Company ( ERICY – Nasdaq), capirono velocemente il crollo del mercato e applicarono l’ammortamento all’ultimo trimestre dello scorso anno.
Marconi ( MONI – Nasdaq) e Infineon non lo hanno ancora fatto, sperando in una ripresa del mercato.
Ma gli analisti sono convinti che lo scenario sia alquanto improbabile: E’ solo una questione di ‘quando’ succederà, non ‘se’ succederà. Le tlc sono come una industria, sono tutti ingranaggi di uno stesso meccanismo.
Una raffica di profit warning ha dominato il mercato per settimane, conclusa con l’allarme utili lanciato da EMC Corp (EMC – Nyse) e da Advanced Micro Devices (AMD – Nyse), la principale concorrente del colosso Intel (INTC – Nasdaq).
La caduta dei prezzi dei chip potrebbe portare Philips e STMicroelectronics a rivedere il valore del magazzino. Anche Alcatel viene vista dagli analisti come una potenziale vittima al ribasso, benché la società francese abbia già pagato lo scotto del profit warning e si stia riorganizzando: Alcatel ha messo a disposizione €3miliardi nel secondo trimestre per riorganizzare il proprio settore dei telefoni cellulari.
Il crollo del mercato non ha turbato la tranquillità della tedesca Elmos Semiconduttori, la più protetta delle società produttrici dei chip perché è esposta maggiormente allo stabile mercato dei chip per automobili.