New York – La casa automobilistica americana Chrysler, della quale Fiat ha le quote di maggioranza, è passata negli ultimi anni dall’orlo della bancarotta, a generare profitti superiori alla casa torinese, dell’87% nella seconda metà dell’anno, e la differenza non farà che allargarsi nel 2012, secondo un sondaggio condotto da Bloomberg.
Crysler dovrebbe infatti registrare profitti prima di interessi e tasse pari a €864 milioni nella seconda metà del 2011, rispetto ad appena €462 milioni di Fiat. Nel prossimo anno la differenza si dovrebbe ridurre al 77%, ovvero rispettivamente con €1,91 miliardi contro €1,08 miliardi.
“La Fiat sarà molto più vulnerabile ora senza la Chrysler, con poche alternative industriali e finanziarie a disposizione”, ha detto a Bloomberg Emanuele Vizzini, CIO di Investitori Sgr a Milano. Vizzini dice di aver venduto le azioni Fiat già da agosto.
“Nel lungo periodo né la Fiat né la Chrysler ce l’avrebbero fatta da sola”, ha detto Marchionne da Montreal il 7 ottobre. La casa torinese era “troppo piccola e inadeguata per un modello di business in Europa per aver potuto sperare in un futuro”.