MILANO (WSI) – “Relativamente alle voci sulla possibile uscita di Andrea Guerra, amministratore delegato di Luxottica Group, la società precisa che al momento i membri del consiglio di amministrazione non hanno ricevuto alcuna comunicazione in tal senso e non è stato convocato alcun consiglio di amministrazione”. Lo afferma l’azienda in una nota su richiesta della Consob, specificando che l’argomento potrebbe essere affrontato in un prossimo Cda.
Dopo dieci anni alla guida del colosso mondiale degli occhiali, l’imprenditore di Agordo Leonardo Del Vecchio avrebbe deciso di chiudere il rapporto col super-manager lombardo Guerra, che quel successo ha contribuito a costruire in modo determinante. Due giorni fa sono circolate voci insistenti, da fonti autorevoli, circa la volontà del patron Del Vecchio di sostituire Guerra. L’uscita tuttavia non sarebbe immediata, ma si profila una transazione «soft», all’americana. Ossia un’uscita a termine. E il termine potrebbe coincidere con la fine dell’anno e del mandato del manager milanese.
L’attuale cda di Luxottica è in scadenza con l’assemblea della prossima primavera che approverà il bilancio 2014. Guerra è Ceo di Luxottica dal 27 luglio 2004.
Chi arriverà? Secondo voci circolate sulla stampa, Del Vecchio sta già riflettendo su una rosa di candidati con dei risultati già consolidati alle spalle. Così dieci anni fa, personalmente, aveva scelto Guerra. La scelta potrebbe cadere su un nome interno all’azienda (Enrico Cavatorta, Cfo e direttore generale). Anche nomi esterni sono candidati (circolano i nomi dell’ad di Autogrill e Wdf, Gianmario Tondato Da Ruos, e di Campari, Bob Kunze-Concewitz). E visto che Luxottica è ormai un grande brand che ha fatto acquisizioni in tutto il mondo e lavora molto all’estero, a questo punto potrebbe anche rivolgersi fuori dai confini italiani.
Dove andrà Guerra? Qualcuno è già certo di un suo futuro ai vertici di un altro grande gruppo multinazionale, tra i nomi che circolano c’è quello di Procter&Gamble. Resta ovviamente aperta la porta di un passaggio in politica, attratto dalle avance di Renzi.
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Andrea Guerra è ancora in vacanza a Ponza, Leonardo Del Vecchio tra le sue montagne nel Bellunese con la famiglia. Non è previsto un rientro anticipato dalle vacanze. Ma entrambi si preparano al confronto che sarà impostato da lunedì 25, quando Luxottica riaprirà i battenti dopo la pausa estiva. Tra pochi giorni quindi dovranno sedersi attorno a un tavolo e parlare.
Guerra vedrebbe un’uscita in tempi più rapidi di quelli previsti solo un mese fa. «Ma non sarà lui a determinare questo primo passo —, racconta chi gli ha parlato in queste settimane — né farà dichiarazioni, ha promesso il silenzio al suo “padrone” che in questo momento ha in mano il boccino». Parleranno quindi di tempi ma anche di compensi. Ed è probabile che Guerra voglia aspettare che sia l’imprenditore a fare il primo passo e recedere dagli accordi, mossa che può essere vantaggiosa dal punto di vista economico. Visto che il manager nel 2013 ha avuto una remunerazione di 4,4 milioni.
Ma Guerra può già contare su circa 60 milioni, frutto della vendita nell’ultimo biennio di azioni del piano di stock option 2009. Del Vecchio forse chiederà più tempo perché un manager nuovo, pronto a prendere le redini di un colosso da oltre 7 miliardi di ricavi, ancora non c’è. Alla fine un percorso dovranno costruirlo assieme, anche per difendere il titolo dalle incertezze di Borsa che possono costare parecchi soldi.
Qualche riflessione probabilmente il fondatore di Luxottica l’ha già fatta sul profilo del candidato. L’identikit è quello di un manager abituato a operare sui mercati globalizzati. Chi lo conosce scommette su nomi come il Ceo di Autogrill e Wdf, Gianmario Tondato Da Ruos, o di Campari, Bob Kunze-Concewitz. Ma c’è anche chi dice che potrebbe optare per una soluzione interna, per un manager come Enrico Cavatorta, l’uomo che da circa vent’anni si occupa delle finanze di casa Luxottica, di cui è anche direttore generale. Una figura dalla quale Del Vecchio non si aspetterebbe mai sorprese.
La scelta non dispiacerebbe all’imprenditore che apprezza chi è cresciuto in azienda. Originario di Barletta, milanese di adozione, Del Vecchio ha trascorso i suoi primi anni nel collegio dei Martinitt. È diventato apprendista in una fabbrica di stampi per ricambi automobilistici e montature per occhiali, in qualità di incisore, poi di imprenditore.
Per individuare il successore di Guerra avrà al suo fianco il board (dove siede anche Claudio Costamagna, consigliere molto ascoltato) che fin qui non ha mai discusso dell’eventuale uscita del top manager. Almeno in maniera formale. L’importante sarà chiudere il più in fretta possibile, anche se l’azienda è ormai un colosso che si muove da solo, affidato com’è a una struttura capace di gestirlo in autonomia.
Ma la fretta è dettata anche dalla ormai lunga stagione di tensioni, iniziata con la chiamata del premier Matteo Renzi che voleva Guerra al Governo. E intensificatasi via via fino al consiglio di giovedì 24 luglio dove Guerra e Del Vecchio hanno discusso con qualche tensione, opponendo visioni contrastanti, l’opportunità di aprire alcuni negozi. Troppo contrastanti per riferirsi solo al lancio di qualche boutique.
Guerra qualche idea sul suo futuro forse l’ha già. Ha infinite relazioni ed è figlio di quel Pietro Guerra, principe del Foro di Roma che nel tempo ha assistito l’Imi nella causa con la Sir di Nino Rovelli e ha lavorato per Carlo De Benedetti (affare Sme). Non scenderà in politica ma è possibile che appoggi qualche personaggio che la anima.
Per esempio Nicola Zingaretti, governatore del Lazio, amico ed ex compagno fin dalle scuole elementari. Con l’intenzione di promuovere la Regione (e il suo presidente) con le aziende d’eccellenza che la animano e richiamare investimenti dall’esterno. C’è anche chi lo vede alla guida della nuova Ice che cambierà pelle e lavorerà per distribuire le risorse dirottate da altri settori verso il Made in Italy (piano contenuto nel decreto «Sblocca Italia»). Ma c’è anche chi parla di lui, come scrive oggi il Corriere del Veneto, come nuovo capoazienda di Fincantieri.
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