Allarme del Fondo Monetario Internazionale (FMI) sulle banche cinesi, che non avrebbero capitale sufficiente a coprire il rischio sul credito in veloce espansione.
Nell’ambito dell’ultimo rapporto sulla stabilità del settore finanziario del paese, pubblicato nella giornata di ieri, l’ente parigino ha invitato gli istituti di Pechino, in particolare quelli di medie e piccole dimensioni, ad aumentare di un quarto di punto (0,50%) gli asset ponderati per il rischio nei prossimi 12 mesi: all’1%, ovvero raddoppiare la situazione attuale. Secondo il Fondo guidato da Christine Lagarde, le maggiori banche sono invece ben capitalizzate.
“Con il patrimonio degli asset bancari cinesi che ha raggiunto i 34.700 miliardi di dollari, tre volte il Prodotto Interno Lordo del Paese (11.200 miliardi), detenere più capitali – ha spiegato l’FMI – “rafforzerebbe il sistema bancario e così la stabilità finanziaria”.
Non finisce qui. L’FMI ha poi aggiunto che Pechino dovrebbe anteporre gli obiettivi di stabilità finanziaria a quelli di sviluppo e crescita economica, perché gli obiettivi ufficiali di crescita regionale gli aiuti alle aziende per evitare perdite di posti di lavoro rischiano di condurre a un marcato aumento del debito, specie a livello delle amministrazioni locali.
Infine, il Fondo mette in guardia dalla mancanza di coordinamento tra le autorità e i livelli amministrativi e l’inadeguatezza degli strumenti di analisi del rischio sistemico. L’Fmi raccomanda anche l’istituzione di una sottocommissione per la stabilità finanziaria, che includa la banca centrale e tre regolatori cinesi del settore finanziario.