NEW YORK (WSI) -L’assalto cinese ai gruppi del made in Italy e’ destinato a continuare. Anzi. Se le previsioni degli esperti dovessero rivelarsi corrette, il trend di fusioni e acquisizioni, visto negli ultimi anni, dovrebbe rafforzarsi di pari passo alla ripresa dell’economia italiana.
“L’Italia si e’ lasciata alle spalle la crisi finanziaria e la crescita economica è buona. Questo è il momento giusto per investire” ha detto il console italiano a Hong Kong, Antonello De Riu, in un’intervista al South China Morning Post, ricordando che nel primo trimestre di quest’anno ci sono state 156 offerte di fusioni e acquisizioni da parte di aziende cinesi in Italia per un valore complessivo di 18 miliardi di euro, in crescita del 80 per cento rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente.
Questo dopo che già il 2015 aveva mostrato un andamento positivo per l’area asiatica: lo scorso anno le offerte complessive hanno raggiunto un valore di 55 miliardi euro, in aumento del 9,6 per cento anno su anno. Del totale, 42 provenivano da aziende cinesi e 219 da parte degli acquirenti asiatici del Pacifico.
“Le aziende cinesi sono arrivate troppo tardi per aggiudicarsi marchi di lusso del calibro di Gucci, che è diventato parte di un gruppo francese. Tuttavia, ci sono ancora numerose potenziali aziende italiane nella tecnologia, assistenza sanitaria e calcio che potrebbe finire nel mirino dell aziende cinesi” ha aggiunto De Riu.
Tra le offerte fatte da società cinesi lo scorso anno in Italia, l’80 per cento proveniva da Hong Kong, il che dimostra che la città funge da hub per le imprese cinesi che investono in Italia.
Hong Kong e’ inoltre il secondo mercato di esportazione per l’Italia in Asia per un valore di 6 miliardi di euro, alle spalle della Cina continentale.
Fonte: South China Morning Post