NEW YORK (WSI) – Nei prossimi due tre anni la Cina intende licenziare dai 5 ai 6 milioni di dipendenti da “aziende zombie” che sono a un passo dal default. L’obiettivo è quello di ridurre l’inquinamento e l’offerta in eccesso della sua produzione industriale.
Secondo quanto riportato da Reuters, che cita due fonti vicine alle autorità e a conoscenza del piano governativo, le società sull’orlo del crac colpite dai tagli al personale sono per la maggior parte attive nel settore minerario, in particolare quelle dell’acciaio e del carbone.
Pechino vuole ripulire e ringiovanire la sua economia, ma i licenziamenti sono una preoccupazione politica non da poco per il governo e una preoccupazione economica enorme per le regioni interessate, spesso aree povere dipendenti unicamente dal lavoro creato da imprese che ora attraversano una grave crisi.
“Il programma del governo di tagli di posti di lavoro e rinnovamento dell’industria mineraria è il più importante degli ultimi venti anni”, scrive l’agenzia di stampa britannica, aggiungendo che arriva pochi giorni prima della sessione plenaria annuale del parlamento, in agenda la settimana prossima.
La ristrutturazione di società statali dal 1998 al 2003 ha portato a circa 28 milioni di esuberi e i costi per il governo sono stati pari a circa 73,1 miliardi di yuan (11,2 miliardi di dollari) spesi in fondi per il ricollocamento dei dipendenti pubblici.
Fonte: Reuters