“Un problema di procedura” e “non politico”, ma, almeno per ora, la Cina non importerà dall’Ue formaggi con le muffe come gorgonzola e roquefort. E’ il risultato dell’applicazione dei regolamenti, visti in senso restrittivo, ma che non sarebbero frutto di una scelta deliberata da parte di Pechino, a danno dei maggiori produttori di formaggio come Francia e Italia.
Wu Jing-chun, vice direttore Europa del ministero del Commercio cinese ha ribadito che il “ministero non si occupa direttamente della importazione dei formaggi. Se ne occupa l’Aqsiq (l’Amministrazione sulle ispezioni e quarantena, Ndr). Intervenuto a margine del settimo congresso Slow Food International, Wu ha garantito che “il mercato cinese dà il benvenuto ai prodotti italiani”.
Eppure, la notizia dello stop ai formaggi erborinati aveva colto di sorpresa la Coldiretti, che un paio di giorni fa ricordava i numeri del business messo a rischio da questo giro di vite: “Sono circa 15mila i chili di gorgonzola consumati nel 2016 dai cittadini della Cina dove sembra essere in atto un ingiustificato stop ai formaggi erborinati dall’Unione europea”.
Per smorzare la polemica Wu ha raccontato di essere stato recentemente a Roma assieme alla Commissione mista per la promozione commerciale e e di “aver comprato”, in tale occasione, “molti formaggi italiani”.
Nei primi sette mesi dell’anno, ha poi ricordato il vice direttore Europa del ministero del Commercio cinese, l’interscambio Cina-Italia è cresciuto del 20% a 27 miliardi di dollari: “L’Italia ha effettuato quest’anno investimenti in Cina per 7 miliardi di dollari finora e la Cina ne ha fatti per 11 miliardi, confermando l’Italia tra i Paesi di maggior attrazione degli investimenti cinesi”.