NEW YORK (WSI) – In Cina si e’ formata una bolla del debito aziendale che e’ la maggiore di sempre mai vista in un paese in via di sviluppo o industrializzato.
Al momento e’ al 240% del Pil: una cifra astronimica che fa ancora piu’ impressione se si pensa che solo fino a qualche mese fa si trovava al 151% del prodotto interno lordo.
Quella che viene definita bolla creditizia societaria, non e’ che solo una parte del problema debitorio cinese, che include anche i prestiti al consumo, il debito governativo e i crediti “ombra” concessi quotidianamente nel paese.
Come si vede nel grafico a fianco stilato da Goldman Sachs, nel 2013 in Cina il credito circolante complessivo raggiungera’ il 240% del Pil e non si fermera’ li’. Anzi e’ destinato a crescere a un ritmo ancora piu’ serrato.
E’ poi ovvio che per poter continuare a mantenere alti i tassi di crescita a cui ha abituato il mondo intero, Pechino – che in qualche anno diventera’ la maggiore potenza economica mondiale scalzando gli Stati Uniti – dovra’ iniettare somme ancora piu’ massicce di credito nell’economia. Finche’ i flussi di denaro non saranno piu’ sufficienti a soddisfare i pagamenti da interesse sui debiti non garantiti, portando a quello che il governo cinese sta cercando di evitare in tutti i modi: una serie a catena di default aziendali.
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Le dosi di droga creditizia iniettate nell’economia hanno raggiunto i massimi di 2 mila miliardi di yuan in marzo. E le manovre di allentamento monetario della Banca centrale cinese non ha ancora raggiunto i livelli ‘aggressivi’ di Fed, Bce e Banca del Giappone.
Quando il ciclo vizioso in atto – unito alla corsa del mercato azionario (che ha dimostrato in passato di essere una trappola inflativa) e al pericolo che soldi avuti in prestito continueranno a confluire nell’altro mercato a rischio bolla del paese, l’immobiliare – raggiungera’ il suo apice, finira’ per provocare un’inflazione di proporzioni epiche.