Urbanizzazione in crescita unita ad allentamento monetario sono fra le maggiori cause di una massiccia corsa dei prezzi immobiliari in diverse città della Cina: secondo quanto ricostruito da un’inchiesta del South China Morning Post, il mercato del Dragone “evoca lo spettro della crisi dei mutui del 2007”. Ci sono tutti i sintomi di una bolla immobiliare.
“Quasi tutti i miei amici nati negli anni Ottanta e Novanta stanno correndo per acquistare casa, mentre quelli che già ne hanno una, stanno pianificando di comprarne una seconda” racconta le 33enne Mai spiegando che ciò è dovuto al fatto che i prezzi degli affitti e delle proprietà stanno crescendo “in modo spaventoso”.
“La corsa di milioni di giovani cinesi della classe media come Mai nel mercato immobiliare ha creato un’isteria che rassomiglia alla crisi immobiliare che ha colpito gli Usa un decennio fa”, scrive il Scmp facendo riferimento al crac dei mutui subprime.
Mentre quest’anno il presidente della maggiore potenza tra i mercati emergenti Xi Jinping ha messo in campo alcune misure per contrastare la crescita dei prezzi del real estate, le autorità di vigilanza hanno fatto partire le indagini sui crediti al consumo nelle grandi città: questi ultimi sarebbero confluiti nel mercato immobiliare dopo che il governo ha promosso alcune restrizioni ai mutui.
L’assenza di una vera tassa sulla proprietà immobiliare e la riduzione dell’offerta di terreni da parte delle amministrazioni municipali, scrive sempre il Scmp, ha portato i prezzi delle case in città come Shenzhen, Pechino e Shanghai ai livelli di Londra e Hong Kong.
“Se non puoi comprare un appartamento oggi, non te lo potrai permettere mai più”, afferma Wang 29 anni, facendo chiaramente capire che lo spartiacque fra chi è benestante e chi no sta proprio nel realizzare la proprietà di un immobile. La conseguenza è che, pur di cogliere l’occasione, la classe media si sta fortemente indebitando.