Nella guerra dei dazi tra Cina e Usa, Pechino ha deciso di usare il metodo del bastone e della carota. Se da una parte Pechino ha annunciato agli importatori di sorgo Usa un aumento delle tariffe; dall’altra mantiene le promesse e detta i tempi per una maggiore apertuta del mercato delle auto.
Ma procediamo per ordine. Le esportazioni di sorgo dagli Stati Uniti in Cina hanno un valore di circa un miliardo di dollari l’anno. Come conclusione preliminare di un’indagine anti-dumping iniziata lo scorso febbraio, il ministero del Commercio cinese ha spiegato in una decisione preliminare che il cereale è stato venduto a un prezzo “impropriamente basso”: per questo gli importatori devono depositare fondi pari a dazi del 178,6% a copertura delle possibili misure antidumping, quando l’istruttoria sarà completata. La Cina è il principale mercato per il cereale prodotto negli stati agricoli Usa , soprattutto nel Kansas.
D’altra parte, sempre ieri, il governo del paese asiatico ha comunicato che entro il 2022 i costruttori stranieri di auto potranno produrre in Cina senza più essere obbligati a stringere partnership con aziende locali e a mantenenere una quota di minoranza.
Nella nota pubblicata dalla National Development and Reform Commission, Pechino dice di voler rimuovere i limiti al possesso azionario straniero sulle jv nel settore dell’auto entro i prossimi 4 anni. Di un’apertura in questo senso si era già parlato negli utlimi tempi. Ora, di nuovo, ci sono i tempi.