Siena – Tassi di interesse: in area Euro la Spagna è stata ieri nuovamente al centro dell’attenzione comportando il posizionamento dello spread sopra i 500pb, in una giornata caratterizzata comunque da bassi volumi a causa della festività in diversi paesi tra cui la Germania. Ne hanno beneficato ancora una volta i titoli governativi tedeschi e più in generale i paesi AAA dell’area tra cui Finlandia ed Olanda, con tassi ai nuovi minimi storici in diversi comparti di curva.
Il primo ministro Rajoy ha dichiarato che la Spagna non ha bisogno di aiuti internazionali per il proprio sistema bancario. Lo stesso premier ha poi dichiarato di non aver contattato la Bce sul tema Bankia. Infine, con riferimento al funzionamento del nascente meccanismo Esm, Rajoy si è schierato a favore della possibilità di accesso diretto da parte delle banche senza mediazione dei governi.
Secondo quanto riportato da Ft in Gran Bretagna Cameron ha incontrato King e Lord Turner (presidente dell’organismo di sorveglianza FSA) per discutere di un piano di emergenza in caso di implosione dell’area Euro.
Intanto in Grecia il leader dei Democratici di Sinistra Kouvelis, ha dichiarato che non intende entrare in un governo di coalizione che non contenga il partito di sinistra radicale Syriza che punta ad una rinegoziazione delle misure di austerità. Ricordiamo che gli ultimi sondaggi sulle prossime elezioni saranno pubblicati entro domenica 3 giugno. Gli ispettori della Troika non andranno ad Atene fino a quando non sarà formato il nuovo governo.
Secondo Bloomberg la Grecia potrebbe avere accesso a 3 Mld€ del primo piano di finanziamento se provasse a ridare slancio al calo delle entrate fiscali. L’Hellenic Financial Stability Fund ha erogato 18 Mld€ alle quattro principali banche del paese attraverso titoli dell’Efsf come parte del piano di ricapitalizzazione, condizione indispensabile per consentire a tali banche di ripristinare l’accesso diretto alla Bce.
Nel frattempo la Bce, per l’undicesima settimana consecutiva non ha comprato titoli governativi.
In Irlanda, gli ultimi sondaggi sul referendum del prossimo giovedì sul fiscal compact, danno in vantaggio il si con un margine di oltre il 15%, con una percentuale di indecisi intorno al 30%.
Sul fronte emissioni oggi in Italia saranno offerti Bot a 6 mesi per 8,5 Mld€ ed in Francia titoli a breve termine fino a 8 Mld€.
Dopo una giornata di chiusura per festività, inizia oggi negli Usa la settimana economico/finanziaria con l’importante dato sulla fiducia dei consumatori di maggio, in vista dei dati sul mercato del lavoro del prossimo venerdì. Sul fronte emergente, mercati azionari asiatici in rialzo su attesa di ulteriori misure espansive cinesi.
Valute: l’euro permane intorno a 1,25 dopo aver provato ieri a spingersi fino a 1,26. Dopo un’apertura intorno ad 1,26, le notizie giunte dalla Spagna hanno fatto indietreggiare il cross euro/dollaro su timori di nuovi peggioramenti in area Euro. I livelli di supporto e resistenza si posizionano rispettivamente a 1,25 e 1,26/1,262.
Euro/yen poco al di sopra del supporto posto a 99,35 questa mattina, con la resistenza più vicina che si colloca a 100,30. Il dollaro/yen questa settimana trova la resistenza posta a 80,15 ed il supporto a 79.
Segnaliamo che la Cina ed il Giappone hanno confermato la negoziazione diretta del cross lo yuan/yen a partire dal 1° giugno (evitando così l’intermediazione del dollaro Usa), allo scopo di aumentare la cooperazione finanziaria ed economica tra i due paesi e ridurre la dipendenza dal biglietto verde.
Yuan cinese in prossimità dei minimi da fine dicembre vs dollaro.
Materie Prime: oggi riaprono i mercati Usa dopo la festività di ieri per la celebrazione del Memorial Day. Ieri le contrattazioni si sono svolte regolarmente al Lme dove i metalli industriali hanno chiuso contrastati. Questa mattina il future sul Brent è in lieve rialzo, poco sopra i 107$/b; quello sull’oro si attesta in prossimità dei 1578$/oncia.
In calo l’indice Baltic Capesize (-1,4), relativo al costo del trasporto marittimo a secco delle navi di grandi dimensioni. L’indice si attesta ai minimi da poco meno di 2 mesi. Il calo può essere attribuito alla minore domanda di metallo ferroso e carbone proveniente in questo momento dalla Cina, segnale di rallentamento della seconda economia mondiale.
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