Società

Cina: fanno ancora paura i demoni inflazione e bolla immobiliare

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Pechino – Inflazione e possibile formarsi di una bolla nell’immobiliare. Questi i due demoni che hanno dettato negli ultimi due anni le politiche economiche e monetarie della Cina. Demoni che ancora oggi continuano a giocare un ruolo chiave nel dilemma che affligge Pechino: stimolare la crescita dell’economia e contrastare l’impatto negativo della crisi del debito in Europa e del rallentamento economico globale (dunque della macchina esportativa), oppure attendere ancora un rilassamento della situazione nel mercato immobiliare e dai prezzi al consumo?

Se da una parte i dati in giornata confermano che la lotta all’inflazione (oltre il target) non è ancora vinta, con l’indice dei prezzi al consumo a gennaio in rialzo del 4,5% (contro attese del 4% e interrompendo la scia di ribassi iniziata dai massimi 6,5% di luglio), dall’altra i prezzi delle proprietà immobiliari sembrano risentire delle varie misure introdotte dal governo centrale.

Restrizioni sull’acquisto di seconde case, maggiori tasse, ulteriori limitazioni e requisiti, sono ad ora riusciti a raffreddare il mercato, inizialmente attraverso una riduzione dei volumi di vendita, che si è poi tradotta in calo dei prezzi, con i costruttori costretti ad accontentarsi pur di vendere e fare fronte ai costi crescenti delle materie prime (e anche loro alla difficoltà di accesso al credito per finanziare nuovi progetti).

Di notevole importanza per raffreddare il mercato anche i vari rialzi dei requisiti di riserva e del costo del denaro, per combattere con gli strumenti monetari il duo inflazione – bolla immobiliare. Politica monetaria che solo di recente ha iniziato a tendere verso un allentamento, con leggero taglio dei requisiti di riserva.

Il Premier cinese, Wen Jiabao, ha costantemente insistito sulle priorità del governo: prima assicurarsi di un aumento del potere d’acquisto (contenere inflazione) e che il maggior numero possibile di cinesi possano permettersi una casa a prezzi accessibili (raffreddare il mercato immobiliare).

Certo è che Pechino dovrà tenere comunque sempre d’occhio l’attività produttiva. A poco serve tenere sotto controllo i prezzi (consumo e case) se con il calo della produzione la popolazione non trova lavoro o i salari non crescono (proteste). Attenzione dunque al mix giusto. La popolazione chiede un miglioramento degli stili di vita e poter essere parte centrale del boom economico del “Dragone”.