Società

Cina in preda alle vendite. I giorni peggiori dalla crisi Lehman Brothers

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ROMA (WSI) – Prosegue la fase di correzione dell’azionario cinese, che sta vivendo il momento peggiore dalla crisi di Lehman Brothers, dopo aver ceduto -12% circa dai massimi ed essere entrato in fase di correzione.

A trascinare al ribasso nuovamente i listini, le ennesime restrizioni che sono state imposte dall’Ufficio transazioni della People’s Bank of China sulla liquidità delle società di brokeraggio, colpendo i finanziamenti del trading a margine.

L’indice CHINEXT è entrato nel mercato orso, con una perdita -21,5% dai massimi, mentre il resto degli indici cinesi rimane tra -15% e -20% rispetto ai valori record segnati negli ultimi mesi.

Di fatto Jiang Zaiyong, vice responsabile della sezione della People’s Bank of China, ha scritto un editoriale nella rivista cinese Caijing, sottolineando – stando a quanto riporta Bloomberg – che la Cina dovrebbe regolamentare meglio la situazione delle società finanziarie, i cui debiti stanno salendo “velocemente”. Pechino, ha aggiunto il funzionario, dovrebbe anche severamente limitare l’ingresso dei fondi di gestione degli asset nel mercato dei capitali, al fine di prevenire i rischi.

Ancora, le società di brokeraggio cinese devono centrare i target di liquidità stabiliti entro la fine di giugno.

A zavorrare ulteriormente i mercati, la pubblicazione dell’indice PMI preliminare da HSBC/Markit, che a giugno si è attestato a 49,6 punti, meglio delle attese di Reuters di 49,4 punti, ma in evidente territorio di contrazione.

Ricapitolando, l’indice delle Ipo, The Bloomberg China Ipo Index, è in calo ora -24,5% dai massimi. Riguardo ai singoli indici di borsa:

– CHINEXT -21.5%
– Shanghai -17.6%
– CSI-300 -17.3%
– Shenzhen -17.2% (Lna)