ROMA (WSI) – Vendite sui mercati azionari asiatici dopo la diffusione, in Cina, del PMI manifatturiero redatto da Caixin/Markit, crollato a 47,3 punti, al minimo dal marzo del 2009 e in calo da 47,8 punti di luglio.
L’indice conferma la fase di contrazione in cui versa il settore manifatturiero cinese, continuando a oscillare al di sotto della soglia di 50 punti, che rappresenta la linea di demarcazione tra fase di contrazione (valori sotto 50) e di espansione (valori sopra 50).
Reso noto anche il Pmi ufficiale della Cina, che sempre ad agosto è scivolato a 49,7 punti, al minimo dall’agosto del 2012, e in calo rispetto ai 50 di luglio.
A mettere sotto pressione Shanghai e le altre borse asiatiche, è poi la notizia dell’intervento della People’s Bank of China, che ha apprezzato lo yuan al ritmo più forte su base giornaliera dal novembre del 2014, con un rialzo +0,22%, iniettando al contempo altra liquidità per 150 miliardi di yuan.
La banca centrale ha fissato il tasso di riferimento a 6,3752 nei confronti del dollaro Usa.(Lna)