Si moltiplicano i segnali che, secondo gli analisti, lasciano intravedere una possibile imminente recessione della Cina. Tra questi, uno in particolare appare preoccupante: l’inversione della curva degli interessi. Un mese fa, la prima inversione tra un titolo a 10 anni che veniva a rendere meno di un titolo a 5 anni, nonostante il premio temporale più elevato.
Ora, per la seconda volta nella storia, la stessa inversione si riscontra nel confronto tra i titoli obbligazionari a un anno e quello a dieci anni: i rendimenti a un anno sono ieri saliti di sei punti base a 3,66% sopra il 3,65% di quelli a dieci anni. Questo perchè, evidentemente, il premio al rischio a 10 anni risulta molto più basso rispetto a quello di un anno. Indice – dicono gli esperti – che il mercato sente una crisi avvicinarsi a breve termine.
“La natura dell’inversione (rendimenti più elevati, costi di finanziamento più elevati) sta iniziando a incidere sull’economia reale”, riporta ‘edizione cinese del Financial Times, che spiega come, per via di questa situazione, il finanziamento delle obbligazioni societarie abbia raggiunto un minimo storico in maggio.
Ad alimentare le preoccupazioni sullo stato dell’economia cinese, contribuisce tra l’altro anche la paura sulla sostenibilità del debito. Ricordiamo che, recentemente, l’agenzia di rating Moody’s ha operato un declassamento del debito cinese, che è passato da Aa3 a A1, con outlook stabile da negativo.
Il downgrading è il primo dal 1989. Attualmente l’ammontare del debito cinese è equivalente al 260% del prodotto interno lordo, secondo i calcoli di fine 2016, contro il 160% del rapporto del 2008.
L’agenzia di rating teme che nonostante la crescita cinese sia ancora moderatamente alta, con l’obiettivo di arrivare attorno al 6,5% quest’anno, sia aumentato il rischio di default, ovvero l’incapacità del governo di ripagare il debito.