Borse dell’Asia in ribasso, con la cinese Shanghai a picco, ha chiuso subendo un meno 5,16 per cento mentre sono scattate vendite e prese di beneficio tra crescenti attese che, a breve, la banca centrale del Dragone possa adottare nuove misure restrittive di politica monetaria. Tokyo ha siglato gli scambi con un meno 1,39 per cento, Hong Kong al meno 1,93 per cento, Taiwan al meno 1,43 per cento mentre Seul – dove si è chiuso il G20 con dichiarazioni formali che hanno cercato di coprire le divisioni tra paesi su alcuni temi critici, come i cambi – ha contenuto il calo ad un meno 0,08 per cento. (con fonte Afp)
****************
I crescenti timori per una possibile ed imminente stretta monetaria di Pechino e per lo stato di salute del debito europeo paralizzano oggi i circuiti asiatici. La borsa nipponica ha sofferto anche qualche prese di beneficio dopo il rally della vigilia, che aveva portato gli indici ai massimi di oltre quattro mesi. Particolarmente colpiti dalle vendite le banche e i chip, questi ultimi trascinati da Disco che ha lanciato un profit warning per l’intero esercizio.
L’indice Nikkei ha chiuso la seduta con un calo dell’1,39% a 9.724 punti, mentre il Topix ha ceduto l’1,10% a 846 punti. Tra le altre borse asiatiche Seul chiude invariata a 1.913 punti dopo il crollo della vigilia, anche se il clima non sembra ancora tranquillo. Il Financial Supervisory Service nazionale ha infatti annunciato che indagherà insieme alla Korea Exchange sulla vendita massiccia di titoli coreani operata ieri dalla Deutsche Bank. In pesante calo Taiwan che lascia sul parterre l’1,43% a 8.316 punti.
Tutte in rosso le altre piazze asiatiche che chiuderanno più tardi le contrattazioni con Hong Kong che arretra dell’1,70% e Bangkok dell’1,67%. Male Singapore -1,21%, Kuala Lampur -1,34% e Jakarta -1,58%. Crolla Shangai, con un calo di oltre cinque punti percentuali. La borsa cinese ha subito pesantemente i timori per una imminente stretta monetaria, necessaria per raffreddare un’economia sempre più bollente e l’inflazione che ha toccato ad ottobre il 4,4%.