ROMA (WSI) – L’indice Pmi manifatturiero della Cina stilato da HSBC è sceso a 49,5, in evidente zona di contrazione (sotto la soglia dei 50 punti, linea di demarcazione tra fase di contrazione, valori al di sotto, e fase di espansione, valori al di sopra), al minimo da maggio e contro i 49,8 attesi.
Nel commentare il dato – reso noto quello preliminare, il Flash China Manufacturing PMI survey, Hongbin Qu, responsabile economista e co-responsabile della divisione di ricerca economica dell’Asia presso HSBC ha detto: “L’The HSBC China Manufacturing PMI è scivolato al minimo in sette mesi, contro i 50 punti di novembre. La domanda interna ha rallentato il passo in modo considerevole, ed è scesa sotto 50 per la prima volta dall’aprile del 2014. In forte calo anche i sottoindici dei prezzi”.
Continuando: l’aumento delle pressioni disinflazionistiche, che riflettono fondamentalmente la debolezza della domanda, avallano ulteriori manovre di politica monetaria espansiva nei prossimi mesi”.
Il dato cinese prova come il tonfo dei prezzi del petrolio non sia causato solo da un eccesso dell’offerta ma anche dalla debolezza della domanda; fattore, questo, che ha messo sotto pressione di nuovo le quotazioni del petrolio. Goldman Sachs, stando a quanto riporta un articolo di Reuters, è scettica sul fatto che i prezzi del petrolio versino in una condizione di ipervenduto dal momento che, affinché ciò avvenga, “è necessario che i prezzi siano ben al di sotto dei costi, che (invece) stanno scendendo velocemente quasi come i prezzi”. E “questo significa che i produttori di petrolio possono spendere meno per avere lo stesso livello o potenzialmente anche maggiore di produzione”. (Lna)