ROMA (WSI) – Il governo cinese passa all’azione, in un momento delicato per l’economia del paese, che assiste a continui rialzi dei tassi interbancari e a tensioni sui mercati.
L’interventismo in borsa è il nuovo diktat di Pechino, che decide di sostenere i corsi azionari di quattro grandi banche cinesi, acquistandone i titoli. Una mossa che, secondo gli analisti, continuerà ad andare avanti fino a quanto le preoccupazioni sull’ outlook economico non saranno rientrate.
Central Huijin Investment, che detiene gli investimenti dello stato nelle società finanziarie, sta acquistando azioni di Industrial and Commercial Bank of China, Bank of China, China Construction Bank e Agricultural Bank of China. Obiettivo: aumentare la fiducia sull’indice di riferimento di Shanghai, che la scorsa settimana ha testato il minimo dalla metà di dicembre.
Proprio ieri l’agenzia di rating Fitch ha lanciato l’allarme sulla Cina, parlando di bolla senza precedenti. “La crescita drogata dalle attivita’ di credito non reggera’ e il problema di una sovracapacita’ strutturale potrebbe provocare una deflazione alla giapponese”, ha detto l’istituto.
“Non c’è alcun dubbio sul fatto che il sistema bancario cinese sia sostenuto dal governo, che controlla l’agenzia Hujin – ha commentato in una intervista alla Cnbc Uwe Parpart, responsabile della divisione di ricerca presso Reorient Financial Markets. “Le banche cinesi si trovano in difficoltà in quanto il governo sta tentando di liberalizzare i tassi di interesse, e questo significa che i profitti bancari sono sotto pressione.
Da segnalare che l’indice azionario Shanghai Composite è in calo -5,8% dall’inizio dell’anno e si conferma tra i peggiori dei mercati asiatici.