La guerra commerciale non accenna a placarsi anzi si intensifica ogni giorno. L’ultimo affondo arriva dalla Cina che mette nel suo mirino la trilion dollar company di Cupertino, il colosso Apple.
Dalle pagine del People’s Daily Pechino sottolinea come Apple abbia beneficiato di un basso costo del lavoro nella seconda economia al mondo e deve condividere di più i suoi guadagni con la popolazione cinese altrimenti rischia di essere oggetto di “rabbia e di un sentimento nazionalista”.
“Il successo incredibile raggiunto nel mercato cinese potrebbe alimentare un sentimento nazionalista se le misure protezionistiche adottate recentemente dal presidente americano Donald Trump colpiranno duramente le aziende cinesi. La Cina è di gran lunga il mercato estero più importante per l’americana Apple, lasciandola esposta alla rabbia e al sentimento nazionalista che il popolo cinese potrebbe sviluppare nei suoi confronti. La Cina non vuole chiudere le sue porte ad Apple nonostante il conflitto commerciale ma se l’azienda americana vuole guadagnare bene in Cina, deve distribuire quanto guadagna alla popolazione cinese”.
Apple ha generato nell’area composta da Cina, Hong Kong e Taiwan – un fatturato di 9,551 miliardi di dollari (+19% annuo) su ricavi totali per 53,3 miliardi (+17%) e nell’ultima call con gli analisti il CEO Tim Cook aveva negato che l’azienda risentisse del peso dei dazi. Poi la nuova minaccia di Trump di alzare le tariffe sui beni cinesi dal 10 al 25% e la risposta della Cina contro Apple.
“Sembra che le aziende Usa che fanno business in Cina siano le vincitrici del commercio tra Cina e Usa. Il mercato cinese è vitale per molti marchi americani famosi, dando a Pechino più spazio di manovra per giocare duro nel conflitto commerciale”.
Intanto gli Stati Uniti hanno ultimato l’elenco delle nuove tariffe che colpiscono 16 miliardi dollari di importazioni di beni cinesi. Le nuove tariffe entreranno in vigore il 23 agosto.