NEW YORK (WSI) – In Cina il credito ha raggiunto picchi mai visti prima nella storia moderna. La rete di intermediari finanziari non tradizionali come fondi speculativi e veicoli di investimento non strutturati e’ ormai completamente fuori controllo.
I debitori fanno fatica a ottenere rifinanziamenti dei prestiti a breve termine e la crisi e’ cosi’ grave che Pechino difficilmente riuscira’ a mettere un freno agli eccessi del sistema bancario ombra.
“La crescita drogata dalle attivita’ di credito non reggera’ e il problema di una sovracapacita’ strutturale potrebbe provocare una deflazione alla giapponese”. Questo l’avvertimento del direttore dell’agenzia di rating Fitch a Pechino, Charlene Chu.
Nelle dichiarazioni rilasciate al Telegraph, l’analista ha osservato che “non c’e’ alcuna trasparenza nel sistema bancario correlato e il rischio di una crisi sistemica sta aumentando progresivamente. “Non sappiamo chi sono i debitori, chi sono i creditori e quale e’ la reale qualita’ degli asset”.
I prestiti a rischio pignormaneto delle banche rappresentano solo l’1%, ma i dati ufficiali nascondono una verita’ scomoda. I fondi pensione, quelli offshore e speculativi, cosi’ come altri veicoli di investimento irregolari costituiscono oltre la meta’ del nuovo credito.
“Cio’ significa che gran parte dell’espozione del sistema bancario all’immobiliare non e’ messa a registro come mutui o prestiti immobiliare”.
I cosidetti prestiti “trust” sono aumentati di ben stette volte a inizio 2013 facendo suonare alle autorita’ di controllo campanelli d’allarme circa la possibilita’ crescente di un default. I ‘trust loans’ sono balzati del 679% a 264 miliardi di yuan (42 miliardi di dollari) a gennaio rispetto a un anno prima.
A Quingdao, Ordos, Jilin e non solo, si sono iniziati a verificare gia’ i primi problemi in un settore, quello del sistema bancario ombra, che vale 1.400 miliardi di dollari.
Ora il rischio per Pechino e’ di incorrere in una crisi alla Lehman o in uno scenario deflativo alla giapponese. “Le attivita’ di credito sono aumentate da $9 mila miliardi a 23 mila dalla crisi subprime. “Nel giro di cinque anni hanno replicato per intero il sistema bancario commerciale Usa”.