Il ventesimo congresso del Partito Comunista Cinese (PCC) che si è concluso sabato in Cina ha mandato un messaggio forte. Da un lato ha confermato per la terza volta Xi Jinping alla carica di segretario generale del PCC e della Commissione Militare nonostante abbia superato il limite di 68 anni di età. Dall’altro, ha accentrato il potere nelle mani del presidente, che ha scelto una schiera di “fedelissimi” per affiancarlo nel suo terzo mandato, con il rischio di lanciare un messaggio oligarchico a scapito dello sviluppo economico. La posizione di Xi esce infatti ulteriormente rafforzata dalla promozione di membri a lui molto vicini sia nel Comitato direttivo (CD) del Politburo sia negli altri organi del PCC e, secondo molti analisti, queste nomine riflettono più la vicinanza e la lealtà a Xi Jinping che la competenza, poiché molti non hanno esperienza in cariche a livello nazionale, precedentemente considerata un requisito per le posizioni apicali.
Dei sette membri che compongono il Comitato direttivo del Politburo, supremo organo politico del PCC, oltre a Xi Jinping sono stati riconfermati solo l’ideologo del partito Wang Huning e lo zar anti-corruzione Zhao Leji, a cui quindi saranno riassegnati gli incarichi all’interno del CD. Invece l’attuale primo ministro Li Keqiang e Wang Yang, entrambi considerati protégé dell’ex segretario generale Hu Jintao e possibili successori di Xi nei primi anni dal XIX° Congresso, non solo non sono stati riconfermati nel CD ma non sono neanche entrati nel nuovo Comitato centrale nonostante ancora non avessero raggiunto il limite di età. Fuori (come previsto) anche Han Zheng, attuale vicepremier, e Li Zhanshu, presidente dell’Assemblea Nazionale del Popolo, per limiti di età. Xi ha mandato in pensione i quattro ma ha promosso il capo del partito di Shanghai Li Qiang, in lizza per diventare premier la prossima primavera, e Ding Xuexiang, capo dello staff del Presidente, che potrebbe diventare Vice Premier esecutivo.
A rafforzare ulteriormente il ruolo di leader di Xi Jinping, il Congresso ha approvato anche alcune modifiche alla Costituzione del PCC che incorporano il suo pensiero politico nonché ne esplicitano l’opposizione all’indipendenza di Taiwan e sostengono per l’isola il modello “Un Paese, due Sistemi” proposto per Macao e Hong Kong.
Economia Cina: dati macroeconomici e prospettive contrastanti
Quanto al disegno di governo, dal 20° Congresso del Partito non è emerso un messaggio ben definito, ovvero se adotterà politiche più pro-crescita negli anni a venire o rafforzerà invece il perno sulla sicurezza, strategia iniziata cinque anni fa con il 19° Congresso del Partito. Per delineare meglio il percorso intrapreso e vedere la fine delle politiche zero-Covid dovremo attendere i prossimi 6-12i mesi. Il team di gestione di Gemway Assets spiega:
“Abbiamo notato il rafforzamento della base ideologica intorno a Xi Jinping che ha ottenuto uno «Status Centrale» come «dirigente del popolo». Solo Mao Zedong aveva questa designazione. Insieme al rimpasto del Comitato permanente del Politburo, questo riorientamento politico ha come conseguenza l’aumento del premio di rischio degli attivi cinesi a medio e lungo termine, ma potrebbe comunque facilitare il coordinamento all’interno dei gruppi dirigenti e quindi semplificare l’attuazione reale delle politiche decise a Pechino. Notiamo comunque che il nuovo Comitato permanente, pur essendo largamente affiliato al compagno Xi, non è per questo anti-economia di mercato. Di fatto, lo sviluppo economico della Cina era al centro del discorso inaugurale del Congresso tenuto dal presidente la scorsa settimana”.
Questi risultati, uniti alla decisione del 7 ottobre scorso del DoC (Department of Commerce) americano di imporre forti restrizioni all’importazione in Cina di tecnologie elettroniche avanzate (non solo apparecchiature e software per la fabbricazione di chip elettronici di ultima generazione, ma anche l’intervento dei cittadini americani per la manutenzione e l’installazione di tali tecnologie), abbattono un po’ l’ottimismo portato dagli ultimi dati macroeconomici cinesi: da inizio di questa settimana l’indice Hang Seng segna -5,56% mentre il CSI 300 segna -2,32%.
L’economia della Cina è infatti cresciuta del 3,9% anno su anno nel terzo trimestre del 2022, superando il consenso di mercato del 3,4%, rispetto ad un aumento dello 0,4% nel secondo trimestre. Anche la produzione industriale ha sorpreso al rialzo: +6,3% anno su anno rispetto al +4,2% a/a registrato ad agosto. Questi risultati fanno ben sperare per la ripresa dell’economia del Dragone ma non bisogna dimenticare che la crescita da inizio anno si attesta ora al 3%, ben al di sotto dell’obiettivo ufficiale di circa il 5,5% previsto dal Partito Comunista a causa dei numerosi lockdowns ancora in corso in molte città (ad esempio Shanghai e Shenzhen) e del progressivo rallentamento del settore immobiliare.
Azionario cinese: il posizionamento di Gemway Assets
I gestori di Gemway Assets concludono:
“Se la crescita cinese è stimata da Bloomberg al 3,3% quest’anno, ben al di sotto dell’obiettivo ufficiale e del suo livello storico, riteniamo che abbia raggiunto il suo minimo nel secondo trimestre dell’anno. Nei prossimi mesi, infatti, l’economia potrebbe beneficiare di misure di sostegno mirate nel settore immobiliare al fine di prevenire il rischio sistemico e di un graduale allentamento della politica Zero Covid, che secondo noi potrebbe costare dal 4 al 5% della crescita. La realizzazione di queste misure contribuirebbe positivamente alla crescita, oggi stimata al 5% per il 2023. Questa incertezza nelle previsioni ci porta, nella gestione Gemway di breve termine, a mantenere prudenza e sottopeso Cina nei nostri fondi GemEquity, GemAsia e GemChina. Il contesto attuale non ci spinge infatti ad acquistare, nonostante il livello storicamente basso delle valutazioni. Ma, nel più lungo termine, potremmo invertire questa posizione, soprattutto nel caso in cui fosse sancita l’uscita definitiva dalla politica zero Covid”.