Mentre Facebook sta cercando di recuperare i pezzi per lanciare il progetto Libra, la Cina spinge l’acceleratore sulla messa a punto della prima criptovaluta di Stato.
I piani di Pechino
Sono infatti numerosi i segnali che vedrebbero Pechino al lavoro per il debutto nell’arena delle monete digitali. Non ultimo, l’incoraggiamento pesante del presidente Xi Jinping a sostegno dello sviluppo della blockchain, parlando a fine ottobre a una sessione di studio del Politburo.
Nell’occasione, Xi ha detto che la Cina dovrebbe “cogliere l’opportunità” dell’adozione della blockchain, la tecnologia che è alla base delle criptovalute.
Non le ha menzionate apertamente, ma tanto è bastato per mandare durante lo scorso fine settimana alle stelle i valori dei Bitcoin, la regina delle criptovalute, tornata sia pure brevemente sopra quota 10.000 dollari, e poi alla riapertura dei mercati le azioni di oltre 200 compagnie legate agli investimenti nel blockchain.
A quanto pare il progetto di Pechino di sbarcare nell’arena delle criptovalute, non sarebbe del tutto nuovo. La banca centrale cinese, secondo indiscrezioni, starebbe lavorando a una criptovaluta già dal 2014.
Contrastare i progetti di Facebook
Negli ultimi mesi, tuttavia, il progetto avrebbe subito una forte accelerazione proprio in relazione a Libra. Il progetto di Facebook non è mai piaciuto alla Cina. Tanto che il Global Times, giornale molto vicino al governo, lo ha definito come una “potenziale minaccia” per la sovranità finanziaria cinese.
Tra non molto la prima moneta virtuale cinese sarà reale e oltre a sfidare Libra, potrebbe modificare anche il settore dei pagamenti digitali in Cina, ora dominato dal duopolio Alipay (la piattaforma di Alibaba) e WeChat Pay (di proprietà di Tencent), che insieme controllano il 93% dei pagamenti elettronici mobile in Cina.