Che i rapporti tra i nuovi miliardari cinesi e il presidente cinese Xi Jinping fossero piuttosto tesi si era capito da tempo ma ora è arrivata la conferma: siamo alla vigilia di una nuova stagione nel percorso di sviluppo della Cina.
Durante una riunione della Commissione centrale per gli affari finanziari ed economici del Partito comunista Xi ha illustrato come sarà il futuro dell’economia di mercato socialista con caratteristiche cinesi.
Xi Jinping ha evidenziato l’urgenza di regolamentare i redditi eccessivamente alti e incoraggiare i gruppi e le imprese ad alto reddito a restituire di più alla società. Un discorso che quindi sembra anticipare una tassazione maggiore per i redditi e patrimoni più elevati, insomma una vera e propria patrimoniale.
Dallo scorso mese di novembre i miliardari cinesi sono nel mirino del governo. Prima ha cancellato la prevista quotazione di Ant, il colosso fintech di Jack Ma che aveva criticato le autorità finanziarie del paese. Poi la società Didi Chuxing è finita sotto indagine dai funzionari del governo centrale ed è stata multata per non aver ascoltato i loro avvertimenti di rinviare la sua Ipo da 4,4 miliardi di dollari al Nasdaq.
Cina, quanti sono i miliardari nel paese
Quando si parla di Cina non si può dimenticare l’enorme ricchezza prodotta nel paese nel corso degli ultimi 20 anni.
Basti pensare che nell’ultima classifica dei 100 uomini più ricchi al mondo redatta dalla società di ricerche Hurun Report 38 sono cinesi. Secondo Hurun in Cina ci sono 1.058 miliardari (in dollari Usa), il 52% in più di quelli negli Stati Uniti, e questo consente di dichiarare Pechino la capitale mondiale dei miliardari visto che 145 di loro hanno la residenza nella principale città cinese.
Una nuova classe di potenti di cui si sa poco o nulla ma che in un prossimo futuro è destinata a prendere in mano le redini del mondo quando i loro prodotti invaderanno anche i mercati occidentali, rendendoli prevedibilmente ancora più ricchi.
Si tratta per la maggior parte di persone che hanno costruito la loro fortuna dal nulla e ora hanno ruoli importanti anche all’interno del Partito comunista cinese. Oltre ai guru della tecnologia ci sono anche capi azienda del settore alimentare, chimico e manifatturiero.
La crescita del numero di miliardari in Cina è dovuta anche al successo delle Ipo cinesi a Wall Street. Secondo un rapporto di Renaissance Capital, nel 2020 le 30 IPO di società con sede in Cina e Hong Kong sbarcate sul mercato azionario americano hanno raccolto capitali pari 11,7 miliardi di dollari. Una cifra così alta non si vedeva dal 2014, anno in cui le IPO cinesi a Wall Street erano state sedici (tra queste Alibaba) e la cui raccolta si era attestata a $ 25,7 miliardi.