NEW YORK (WSI) – La Cina dà ancora una volta dimostrazione di aver perso il controllo della situazione. Afflitto da un rallentamento dell’economia e penalizzato dalla forza del dollaro (è ancora in vigore il peg dello yuan con la divisa americana), il paese ha cercato prima di iniettare nuova liquidità nel mercato comprando titoli azionari tramite fondi pubblici e poi – oggi – svalutando per l’ennesima volta la valuta nazionale.
Anziché portare il sereno sui mercati, la nuova svalutazione della banca centrale cinese (-0,5%) manda al tappeto i mercati azionari del paese che, dopo solo una mezz’ora di contrattazione questa notte, sono stati sospesi quando cedevano oltre il 7% e quindi chiusi per l’intera giornata.
La mossa ha provocato le critiche di molti analisti e investitori secondo i quali le autorità di Pechino non sanno più che pesci pigliare.
Bloomberg ha riportato che l’autorità di vigilanza dei mercati cinesi non ha preso decisioni nella riunione tenuta d’urgenza a seguito del crollo dei mercati e la loro chiusura anticipata dopo solo circa 30 minuti di contrattazione.
Nei giorni scorsi il governo ha annullato il divieto di vendite allo scoperto e rinnovato i limiti di vendita per i maggiori azionisti mentre fondi governativi erano intervenuti sul mercato acquistando titoli.
La decisione di svalutare ulteriormente la valuta cinese e il conseguente crollo dei mercati ha spinto al rialzo nuovamente lo yen giapponese e l’euro, mentre deprimono le monete di Australia e Nuova Zelanda, grandi esportatori di materie prime verso Pechino.
La moneta unica sale verso il dollaro dello 0,3% a 1,0816 ma cede verso lo yen dello 0,1% a 127,5. la divisa giapponese guadagna lo 0,3% rispetto al biglietto verde a 117,9. Tra gli altri mercati, il petrolio cede ancora terreno e ormai la soglia dei 30 dollari al barile non è più così lontana.