Economia

Cina svaluta yuan per il terzo giorno. E il Giappone affila le armi

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ROMA (WSI) – Indifferente al caos che ha provocato sui mercati di tutto il mondo, la Cina ha confermato i timori di chi pensava che la svalutazione non sarebbe finita con l’intervento della vigilia. La banca centrale People’s Bank of China ha svalutato infatti lo yuan nei confronti del dollaro per il terzo giorno consecutivo. Per poi dire, nel corso di una conferenza stampa, che le indiscrezioni su un possibile crollo dello yuan del 10% sono “senza fondamento”.

Il valore sul dollaro è stato fissato a 6,4010, contro la chiusura di ieri a 6,3870 e al di sotto del fixing di mercoledì, pari a 6,3306, dell’1,1%.

Si è trattato di un intervento meno invasivo rispetto ai due precedenti; nella sessione di martedì, lo yuan era stato indebolito dell’1,9%, mentre mercoledì la svalutazione era stata pari a -1,6%.

La terza svalutazione segue inoltre le indiscrezioni del Wall Street Journal, secondo cui la Banca centrale del paese, temendo un tonfo eccessivo dello yuan, avrebbe chiesto alle banche statali di vendere dollari, negli ultimi 15 minuti della giornata di contrattazioni di mercoledì.

Con le tre svalutazioni operate fino a ora, il fixing delo yuan è stato comunque deprezzato -4,65%, con il risultato che la moneta cinese ha testato i minimi in quattro anni, al luglio del 2011.

Nella conferenza stampa attesa, la Banca centrale cinese ha comunque affermano che “nel lunto termine lo yuan rimane una valuta forte”. Nel giustificare i suoi interventi ha sottolineato che “esiste una domanda per la svalutazione dello yuan contro il dollaro”; che i “cambiamenti apportati allo yuan apporteranno benefici alla stabilità di lungo termine” e che “gli aggiustamenti del tasso di cambio dello yuan sono quasi completati”. Ancora, le manovre sono state definite “positive” al fine di rendere più globale lo yuan e per aumentare la fiducia sulla valuta.

Inoltre, “non ci sono le basi per una svalutazione costante dello yuan”. Detto questo, la guerra valutaria ha assunto toni più preoccupanti con le dichiarazioni dei consulenti del governo giapponese di Shinzo Abe che, nel commentare i dati deludenti relativi agli ordinativi dei macchinari, hanno chiaramente avvertito che “il Giappone può compensare la svalutazione dello yuan ricorrendo alla politica monetaria accomodante”.

Per alcune aziende, come l’italiana Piaggio, la svalutazione massiccia dello yuan rappresenta una buona notizia e un’opportunità da sfruttare. Le misure drastiche delle autorità cinesi per rilanciare la competitività della seconda economia del mondo non sono destinate ad “avere un impatto negativo sulle operazioni del gruppo di moto. “Può essere, al contrario, una positiva opportunità”, secondo il presidente e Ad del gruppo Roberto Colaninno.

(Lna-DaC)