Società

Cina: un’economia sempre più surriscaldata. Occhio ai tassi

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Bangkok – Gli ultimi dati dalla Cina, resi pubblici in giornata dall’ufficio nazionale di statistica, parlano di una crescita economica nel primo trimestre del 2011 pari al 9,7%, al di sopra delle stime, e di un’accelereazione dell’inflazione a marzo al ritmo più forte degli ultimi 32 mesi, ovvero dal 2008, al 5,4% su base annuale. Gli analisti intervistati da Bloomberg News avevano previsto un rialzo del Pil del 9,4% nei primi tre mesi dell’anno, e di un tasso di inflazione al 5,2%.

I valori spianano la strada a ulteriori strette monetarie da parte di Pechino. Già in giornata si potrebbe avere un rialzo dei requisiti di riserva, secondo Credit Agricole e Australia & New Zealand Bangking. A breve potrebbero inoltre arrivare ulteriori rialzi anche dei tassi di riferimento, mentre Pechino continua ad affermare con forza che non utilizzerà l’apprezzamento della valuta per contrastare la crescita dei prezzi. Al momento i requisiti di riserva sono al 20% per le maggiori banche, mentre il costo del denaro di riferimento è al 6,31%.

“C’è una piccola moderazione dell’economia (nel quarto trimestre del 2010 il Pil aveva segnato un aumento del 9,8%), nonostante le misure aggressive di politica monetaria restrittiva – ha detto a Bloomberg Liu Li-Gang, economista di Hong Kong che ha lavorato in precedebza per la Banca Mondiale – L’inflazione rimane il rischio numero uno”.

Gli altri dati di giornata parlano di una crescita della produzione industriale del 15%, di una crescita delle vendite al dettaglio del 17% e dell’indice dei prezzi alla produzione del 7,3%.

Nel frattempo, i riflettori sono particolarmente puntati sul caso cinese. Fitch Ratings ha tagliato infatti il rating sul debito sovrano espresso in valuta locale da “stabile” a “negativo” questa settimana, citando il deterioramento della qualità degli asset bancari (ma come hanno fatto notare diversi analisti, la notizia ha avuto poca risonanza), mentre Moody’s proprio ieri ha ridotto l’outlook sul settore immobiliare da “stabile” a “negativo”, temendo un calo delle vendite di case residenziali fino al 30%.

Intanto Pechino fa sapere che punirà con forza chiunque farà circolare dati sensibili prima della data di pubblicazione ufficiale. Nella giornata di ieri, i dati resi pubblici da Phoenix Satellite Television Holding, citando una fonte che è voluta rimanere nell’anonimato, avevano predetto con esattezza 9 dei 10 indicatori economici annunciati in giornata dall’ufficio di statistica cinese. Brian Jackson, emerging markets strategist alla Royal Bank of Canada a Hong Kong, ha detto a Bloomberg che i dati sull’economia cinese sono soliti circolare prima della data ufficiale di pubblicazione. Pechino ha comunicato che è decisa ad intervenire con forza per migliorare il processo di calcolo, la velocità di pubblicazione dei dati e a impedire che i dati trapelino prima della data ufficiale.